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Ilario di Poitiers. Nel mistero della Trinità la bellezza di una vita spesa in relazione con Dio

Matteo Liut venerdì 13 gennaio 2023
È la verità la fonte della gioia autentica, quella che non lascia inquieti e che porta al cuore dell’Infinito. E fu proprio la scoperta della verità testimoniata dai cristiani ad aiutare sant’Ilario di Poitiers a ritrovare il senso delle cose. Dentro quella verità, scoprì questo vescovo vissuto nel IV secolo, c’è la pienezza della relazione, che non è mai semplice somma delle persone unite da un legame ma una realtà a se stante. E proprio su questa consapevolezza che si fonda l’indagine attorno al “mistero” della relazione tra Padre, Figlio e Spirito Santo. Il «De Trinitate» di sant’Ilario, proclamato dottore della Chiesa da Pio IX nel 1851, è un’opera profonda e complessa, espressione di una rara conoscenza delle Scritture e pensata per contrastare il diffondersi delle eresie come l’arianesimo, che negava la divinità di Cristo. Uno scritto che testimonia il fascino esercitato dalla Parola di Dio su Ilario, nato forse nel 315 da famiglia pagana e formatosi alla luce della filosofia neoplatonica. Attratto dalla testimonianza dei cristiani e dalla bellezza della Bibbia, Ilario chiese il Battesimo e subito dopo, attorno al 353, venne scelto come vescovo di Poitiers. A causa dell’odio dei teologi eretici subì sei anni di esilio, ma dagli studi coltivati in questo periodo nacque proprio il «De Trinitate». Morì nel 367. Altri santi. Beata Veronica da Binasco, vergine (1445-1497); beato Emilio Szramek, sacerdote e martire (1887-1942). Letture. Romano. Eb 4,1-5.11; Sal 77; Mc 2,1-12. Ambrosiano. Sir 44,1.19-21; Sal 104 (105); Mc 2,13-14.23-28. Bizantino. 2Tm 2,1-10; Gv 15,17-16,2. t.me/santoavvenire