Se il mare della vita è grande, un mare percorso da onde e correnti, nel quale «un’onda sola può strapparti via e sbatterti contro uno scoglio». In questo mare la fede «è meglio di una nave», perché, se alimentata, essa «non affonda mai». È questo uno dei concetti contenuti negli scritti di sant’Efrem, diacono della Siria vissuto nel IV secolo e dottore della Chiesa. È solo un esempio della profondità raggiunta dalla ricerca teologica e spirituale di questo antico testimone del Vangelo. I suoi testi teologici e poetici, infatti, entrarono nella liturgia della Chiesa orientale e per questo si meritò il titolo di “cetra dello Spirito Santo”. Un patrimonio, il suo, giunto anche fino a noi. Efrem era nato a Nisibi attorno al 306 e conobbe la fede cristiana attorno ai 15 anni d’età. Tre anni più tardi fu battezzato, stringendo poi un forte legame con il vescovo della città, Giacomo, che seguì al Concilio di Nicea nel 325. Assieme al vescovo, poi, diede vita a una scuola teologica. Ordinato diacono dallo stesso presule, nel 363, quando Nisibi fu conquistata dai Persiani, fu costretto a emigrare a Edessa, qui non solo continuò la sua opera teologica ma si dedicò anche alla cura dei malati. Morì nel 373 ed è stato dichiarato dottore della Chiesa da Benedetto XV nel 1920.
Altri santi. San Riccardo di Andria, vescovo (XII sec.); san Giuseppe de Anchieta, sacerdote (1534-1597).
Letture. Romano. Tb 11,5-17; Sal 145; Mc 12,35-37.
Ambrosiano. Es 4,10-17; Sal 98 (99); Lc 4,42-44.
Bizantino. Rm 5,17-6,2; Mt 9,14-17.
t.me/santoavvenire