Nel dopoguerra mille iniziative civiche e sociali E oggi?
socialista Vera Lombardi; Nomadelfia, il villaggio che accoglieva i bambini sopravvissuti alla guerra ma senza famiglia; Danilo Dolci a Partinico; i Focolari di semilibertà per ragazzi difficili fondati da un giovane Giuseppe De Rita; l’Associazione per la libertà della cultura fondata da Ignazio Silone a Roma; eccetera. A Roma, attorno ad Augusto Frassineti, Ebe Flamini, Cecrope Barilli, Giuliana Benzoni, Ernesto Rossi e altri nacque il Movimento di collaborazione civica, che promosse la formazione di giovani operatori pedagogici e sociali, o meglio di veri e nuovi cittadini responsabili, come insisteva Frassineti (l’autore, tra l’altro di un gioiello dell’umorismo italiano, Misteri dei ministeri e altri misteri). Le associazioni romane godevano della possibilità offerta da Marguerite Caetani, finanziatrice tra l’altro della rivista di Bassani “Botteghe Oscure”, di fare i loro corsi di formazione, della durata in genere di dieci giorni, nel castello di Sermoneta di sua proprietà, sopra Latina. E i giovani del Movimento di collaborazione civica organizzavano delle “colonie di vacanza” per i bambini delle borgate nei giardini pubblici di Roma: andandoli a prendere la mattina e riportandoli a casa al tramonto, ogni giorno per un mese. Qualcuno scriverà mai la storia di tutte queste esperienze della nascita della nostra democrazia che la burocrazia statale e lo stesso Vaticano non vedevano di buon’occhio? Rappresentano un pezzo fondamentale della nostra storia civile, di cui sono eredi senza saperlo non poche iniziative di base di questi giorni in tante città italiane, animate da giovani non meno seri di quelli di allora, ma non da altrettanti e comparabili intellettuali.