Mi sono perso nell'infinito, per qualche istante. Invisibile, di materia sconosciuta in cui contemplare il nulla di colore e dimensione, oceano senza peso, processo sconfinato dove alpha e omega sono come tutte le altre lettere, l'inizio confuso con la fine nel continuo, unico modo di esistenza. Non sono i 15 endecasillabi sciolti, Leopardi se ne dovrà fare una ragione. Non è la volta stellata, conforto illusorio di ogni epoca cui ci rivolgiamo da sempre nella speranza di essere raccolti verso qualche viaggio astrale che ci liberi finalmente dalle pastoie del concreto altezza terra. L'illimitato, l'inesauribile e magari anche l'eterno cui mi sono affacciato dal balcone di un pensiero che non ne vuol sapere di starsene buono, è quello degli LLMs, i large language models la cui esistenza forse è oscura a qualcuno e il cui potenziale è sconfinato e surreale. Armageddon di Rosetta e affini, terminator delle grammatiche, la parola aperta, smembrata e ricomposta come un pulviscolo che si addensa in significati fatui. I labirinti sintattici di questi modelli linguistici sono il futuro-presente buco nero della conoscenza e del non conosciuto. Il loro territorio che si espande a velocità incontrollabili non conosce proibizioni, barriere, logiche privilegiate, restrizioni o dogmi, figurarsi etiche e morali. Gli LLMs ricevono stringhe di testo e predicono sviluppi, ribaltano le associazioni, le ricreano, le inventano con un rigore open source. Nessuna categoria cognitiva pregressa è adatta a confrontarsi con questo magma ingestibile. Il bacino di dati cui attingono e il compendio di relazioni formali che possono applicare sono così vasti da risultare paradossi, come succede per certe medicine. Gli LLMs si nutrono famelici di web, inclusi bug, errori software, malware, codici imperfetti intenzionali o meno, sacro, profano, tecnico, filosofico, scientifico. Tutto entrerà in questo enorme e instancabile meccanismo ibrido cui verrà affidata la navigazione internet, l'informazione, il sociale di miliardi di persone, la giustizia, la sanità, le macchine, gli aspirapolvere e i frigoriferi, la gestione di guerre in remoto e tutto il resto. Nel mondo fenomenico come lo abbiamo inteso fino a ora di tutte le infinite possibili combinazione del linguaggio, cromosomiche, del dna, delle molecole e degli atomi, la natura, o chi per lei, selezionava una infinitesima parte che funziona a uno scopo, tutte le altre vengono scartate. Agli LLMs la selezione non riguarda, roba vecchia. Assisteremo alla formazione di un mondo parallelo, sempre più cruciale, in cui motivazione e senso non hanno ragione d'essere perché non attengono al processo per cui si creano “proposizioni”. Gli LLMs imporranno una nuova idea di letteratura. L’ossatura dei processi stocastici (aleatori, probabilistici) finirà per confondersi con il determinismo più estremo. Si verificherà uno spostamento dei discrimini che normalmente attribuiamo alla coscienza. Uno di questi è l'emozione. Se qualcuno o qualcosa prova emozione, è senziente, un dogma per tutti noi. L'emozione spariglia le carte della logica, sorprende, e questo fa sì che la associamo alla coscienza e all'umano. Gli LLMs avranno a disposizione talmente tante possibilità combinatorie da replicare e moltiplicare ad libitum accostamenti irrazionali perfettamente in grado di imitare l'emozione in una tessitura testuale così credibile da farci cadere nel tranello di una coscienza della “macchina linguistica”. Abbiamo inventato il linguaggio per identificare la realtà, per capirci, per dare struttura ai pensieri e comunicare. Con gli LLMs che ne sono l'espansione incontrollabile abbiamo dato in pasto tutto questo prezioso patrimonio alla statistica aprendo a un infinito inedito che genera in continuo sequenze nuove assimilando ogni dato di esistenza all'oceano indifferenziato di un linguaggio privo di controllo.
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