Nei due Gloria di Antonio Vivaldi tutta la gioia che nasce dalla fede
Caratterizzato da una cifra più intima e riflessiva appare l'impianto del Gloria RV 588, il cui sontuoso affresco musicale trova nei due passi estremi i momenti di maggiore intensità espressiva: nell'oasi poetica e nell'estasi rapita dell'«Et in terra pax», anticipazione terrena appunto della gloria celeste, e nel finale «Cum Sancto Spiritu», dove una grandiosa fuga è chiamata ad apporre un sigillo di austera solennità. Il più celebre Gloria RV 589 si fregia invece di un apparato sonoro maggiormente sfarzoso e «rumoroso», come sottolinea lo stesso Alessandrini nelle note di copertina del cd: i solisti sono due soprani e un contralto (nel disco l'eccellente Sara Mingardo), con coro a quattro voci, archi, basso continuo e il rinforzo di oboi e trombe. Nell'alternanza quasi melodrammatica di episodi sfolgoranti (il militaresco «Gloria in excelsis Deo» iniziale, poi ripreso nel «Quoniam tu solus Sanctus») e suggestivi intermezzi meditativi (il «Rex c"lestis» e il toccante «Domine Deus, Agnus Dei») si celebra l'apoteosi dello stile compositivo di Vivaldi: originale e vitalissimo, straripante di continue sorprese da portare sulla ribalta del «teatro degli affetti».