Nei campi c'è un Sud che vince
avviati al processo di trasformazione appena raccolti. Un sistema produttivo che ha permesso all'azienda di avere nell'ultimo anno un fatturato di oltre tre milioni di euro e di iniziare ad esportare i suoi prodotti in Germania. Oppure come la altrettanto siciliana Cottanera che produce e commercializza (per il 40% all'estero) vini pregiati. In questo caso, il segreto non è nemmeno da trovare in particolari vitigni, visto che " a parte gli autoctoni Nerello Mascalese, Inzolia e Carricante " gli altri sono gli internazionalissimi Merlot, Syrah, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Mondeuse. C'è chi, poi, dell'agricoltura e del lavoro per questo comparto, ha fatto la sua missione come società di consulenza (è il caso della tarantina Agriambiente Consulting). Con una mossa che in fondo possono compiere tutti: impiegare tecnici locali ben preparati e creare una rete di imprese altrettanto locali, per la realizzazione e gestione diretta di impianti fotovoltaici e da biomasse in tutto il Centro-Sud Italia. Ma, quale può essere l'indicazione generale da trarre da casi di questo genere? Prima di tutto il fatto che il Mezzogiorno d'Italia " e cioè una delle aree più bistrattate in Europa " può per davvero contenere esempi importanti di buona gestione anche economica. In secondo luogo, guardando più da vicino al settore agroalimentare, se si volesse trovare un filo conduttore che leghi esperienze apparentemente diverse, questo potrebbe essere la capacità di cooperare, di creare reti di lavoro e di produzione, di superare i ristretti confini aziendali mettendosi in gioco su mercati anche lontani. Una strada " come è ovvio " non semplice da percorrere, ma che molte aziende agricole e agroalimentari, invece, stanno sperimentando. Non è un caso che proprio la cooperazione sia uno degli elementi forti del sistema agroalimentare italiano.