Per la Nazionale in Nations League sono ricominciate le Notti magiche, inno (Nannini-Bennato) che rimanda al Mondiale di Italia ’90 e agli occhi spiritati di Totò Schillaci al quale facciamo l’augurio di cuore di pronta guarigione. Finalmente gode di buona salute l’Italia di Luciano Spalletti. Due vittorie, la terza di fila in Nations League, primo record dell’era spallettiana. Senza lasciarci andare al solito qualunquismo italico, “prima tutti bidoni ora tutti campioni”, possiamo parlare di sensibili segnali di crescita del gruppo azzurro. La vittoria di Parigi contro la Francia vicecampione del mondo e d’Europa, n.2 del ranking mondiale, ha fatto gridare al capolavoro leonardesco. Una gara perfetta che ci sarebbe tanto voluta agli Europei, ma questo gruppo non era ancora pronto e soprattutto non aveva appreso il lessico famigliare di Lucio da Certaldo. Il ct a sua volta ha fatto un piccolo bagno d’umiltà e si è finalmente sintonizzato sul campo base di Coverciano. Al grande lavoro teorico ha fatto seguire il tatticismo concreto e lapalissiano della difesa a 3. Davanti alla saracinesca Donnarumma i francesi sono andati a sbattere contro il muro alzato da Calafiori, affiancato dai granitici granatieri Bastoni e il suo fido capitano partenopeo Di Lorenzo. Con una retroguardia del genere Dimarco è stato libero di spaziare sulla fascia e di segnare una perla di gol alla Roberto Carlos. Sul binario di sinistra con “my Destiny” Udogie si corre più di Italo. Splendido il ritorno del figliol prodigo Tonali, un Ancelotti del terzo millennio.. Manca qualcosa davanti e non possiamo pensare che Raspadori e Frattesi.siano sempre in grado di spiazzare anche la Francia. Su quest’ultimo, Frattesi dobbiamo fare un discorso a parte, intanto dissentiamo dal rabbioso Maignan che a fine gara avrebbe tuonato contro i suoi: «Solo due italiani giocherebbero titolari con noi». Caro Maignan, alziamo un po’ la quota dei nostri idonei anche per Deschamps e lo diciamo senza montarci la testa ma restando con i piedi saldamente per terra. Quello che deve fare adesso Frattesi per convincere Simone Inzaghi a fare di lui un titolare irremovibile dell’Inter. I 7 gol segnati in Nazionale (uno ogni 3 match, capocannoniere dell’era Spalletti) con tanto di bis concesso anche nel 2-1 contro Israele, ne fanno un punto fermo nello scacchiere azzurro, ma la sua consacrazione a livello europeo passa dal nerazzurro della Beneamata in cui nelle prime tre uscite stagionali Frattesi ha giocato una mezzoretta scarsa e sempre in sostituzione di Barella. Giocare con continuità fa bene, adesso lo sa anche il Kean viola, che, liberato dal ruolo di ruota di scorta della Juventus, si è presentato all’appello di Spalletti supermotivato, marcando anche il secondo gol contro gli israeliani. E contro Israele si riparte il 14 ottobre in Nations League, nel frattempo un appello ai mister della Serie A: date il giusto minutaggio agli azzurri di Spalletti se vogliamo arrivare sani e salvi ai Mondiali del 2026.
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