Patrimonio prezioso sono i buoni maestri, le guide che insegnano a vivere e a curare ciò che conta. Oggi la liturgia ci presenta la figura di un maestro e del suo discepolo: la storia dei santi Nazario e Celso ci mostra come "funziona" la trasmissione della fede. Nazario era cittadino romano e la tradizione lo vuole discepolo di san Pietro, forse battezzato da Lino prima che diventasse Papa. A causa della persecuzione, però, dovette fuggire da Roma, dirigendosi verso nord. Una volta superate le Alpi gli fu presentato un ragazzino di 9 anni, Celso, per il quale divenne maestro e guida: lo educò alla fede e lo battezzò. Insieme portarono il Vangelo a Treviri, dove vennero arrestati e poi mandati a Roma da Nerone: l'imperatore tentò di farli abiurare ma senza successo. Furono condannati a essere gettati in mare ma si salvarono miracolosamente e arrivarono a Genova, per poi dirigersi verso Milano. Qui Nazario portò conforto in carcere a Gervasio e Protasio, ma il gesto costò il martirio e lui e a Celso. Arrestati, furono condannati dal prefetto Antolino e vennero decapitati.
Altri santi. San Vittore I, papa dal 189 al 199 e martire; sant'Acacio di Mileto, martire (321).
Letture. Romano. Ger 18,1-6; Sal 145; Mt 13,47-53.
Ambrosiano. Gdc 16,4-5.15-21; Sal 105 (106); Lc 9,57-62.
Bizantino. 1Cor 10,28-11,8; Mt 16,24-28.