Nella saggezza della devozione popolare s'intrecciano i ritmi del tempo, con i comuni passi esistenziali di ognuno di noi e la profondità del Vangelo. Così nella Natività di Maria i “semplici” fedeli hanno sempre colto la meraviglia di una promessa che si rinnova, di una stagione che si chiude per dare vita a qualcosa di nuovo. Insomma, in questa icona è custodita la radice di una storia che dona senso al tempo e dirige i nostri passi. E celebrare la Natività della Beata Vergine Maria significa proprio volgere lo sguardo verso quei fatti di cui è costellata la nostra vita fin dall'inizio nei quali si rivela a mano a mano il progetto divino. La nascita di Maria per la tradizione è il “preludio” alla nascita di Gesù e quindi è un passaggio fondamentale della storia della salvezza che culmina nell'incarnazione. Questa ricorrenza, nata in Oriente e introdotta in Occidente nel VII secolo da papa Sergio I, è come l'aurora che preannuncia l'arrivo della luce solare: non a caso, infatti, solo di Maria e di san Giovanni Battista – oltre che di Gesù – si ricorda la nascita. In una sorta di “pedagogia liturgica” radicata nel comune sentire della fede popolare, la festa di oggi ci ricorda che la nostra vita è un progetto, con un inizio che ci è stato dato in dono e una fine, l'abbraccio nell'amore infinito di Dio, che dobbiamo “conquistare” ogni giorno con le nostre scelte ma soprattutto con il nostro “sì” a Dio sull'esempio di Maria.
Altri santi. Santi Adriano e Natalia, sposi e martiri (IV sec.); san Federico Ozanam, laico (1813-1853).
Letture. Romano. Mi 5,1-4; Sal 12; Mt 1,1-16.18-23.
Ambrosiano. Ct 6,9d-10; Sal 86 (87); Rm 8, 3-11.
Bizantino. Ef 6,10-17; Mt 4,1-11.