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Moser-Saronni, i grandi litigi non muoiono proprio mai

Umberto Folena sabato 25 marzo 2023
Si dice che i grandi litigi generano ascolti e vendite. Gli editori lo sanno o lo credono, ma bisogna ammettere che i recenti litigi – tra politici, cantanti, attrici, chef e altri vip – più che grandi sono grossi, durano poco e son fatti di nulla. Volete mettere con un grande litigio che va avanti indefesso da quasi mezzo secolo? Se sembra assopirsi, è opportuno risvegliarlo. È quanto fa il “Corriere” con l’epico litigio tra due assi del ciclismo che fu e più non torna: quello tra Francesco Moser e Giuseppe Saronni, con rispettivi tifosi. Lunedì (20/3) Candida Morvillo stuzzica il trentino, che pare non veda il momento di farsi stuzzicare. «Era vera la vostra rivalità?». «Era vera. Era sempre scontro aperto». «Litigavate in gara o anche fuori?». «Pure sugli aerei quando andavamo a correre all’estero». E via di questo passo. Il “Corriere” lascia passare due giorni, perché anche i grandi litigi hanno bisogno di frollatura, e mercoledì (22/3) – stessa rubrica, stesso spazio – Marco Bonarrigo intervista Beppe Saronni. Lo stuzzica subito, senza vani ghirigori su notizie già note agli appassionati: «Perché Moser la soffre ancora così tanto?». Alè, il lombardo pedala in discesa: «Ho sei anni meno di lui, sono arrivato nel professionismo quando Francesco era un dio acclamato dalle folle e dai giornalisti. Ho cominciato a batterlo presto e in più avevo la battuta pronta e la lingua affilata, al contrario di Moser, goffo e lento nell’esprimersi. Nel confronto televisivo perdeva sempre e non gli è mai andato giù». E poi via andare con le spinte in salita, i Giri disegnati su misura, gli aiuti tecnologici… Finita qui? No. Giovedì (23/3) il “Corriere” tira le fila, ancora con Bonarrigo, titolo: «Moser-Saronni, l’ultimo duello». E più sotto: «Il trentino: “Ora con lui non parlo più”». Un vero peccato perché perde un cliente. Nell’intervista infatti, alla domanda: «Con Moser vi sentite?», Saronni ammette: «Spesso (…). Compro regolarmente il suo vino che è davvero buono». Gli altri quotidiani leggono e tacciono tranne “Libero” (23/3) con Leonardo Iannacci: «Impossibile siano amici ora, pur uomini stagionati. Eppure (…) di Moser e Saronni e delle loro frecciate che esaltano e fanno grande il ciclismo sentiamo la mancanza. Così ci pensano ancora loro, perfidamente, con i capelli bianchi. Li ringraziamo». © riproduzione riservata