Le prime inquadrature la dicono lunga sui punti di vista non convenzionali che saranno utilizzati. Si parte con un corridoio ripreso quasi da terra. Entrano in scena due uomini e l'obiettivo, a quel punto, si alza fin quasi al soffitto. Un poliziotto e un giovane accusato di omicidio discutono inquadrati prima dal basso e poi dall'alto. Mai ad altezza di occhi e mai di fronte. Altre volte la macchina da presa si muove negli ambienti come se andasse a cercare i protagonisti senza sapere dove sono. Oppure, in alcuni controcampi, con un attore di fronte all'altro, l'obiettivo mette a fuoco quello di spalle anziché quello di volto, che finisce così sfuocato. Mosaic, la nuova serie creata e diretta da Steven Soderbergh in onda il martedì su Sky Atlantic, è originale anche per questo. Ma la tecnica di ripresa non è fine a se stessa: è funzionale a una storia tortuosa fatta di passioni, bugie e inganni, con numerosi colpi di scena, ambientata negli Stati Uniti, a Summit, nello Utah. Tutto ruota intorno all'omicidio di Olivia Lake (interpretata da Sharon Stone), celebre illustratrice di libri per bambini. In carcere finisce Eric Neill (Frederick Weller), un truffatore assoldato da una misteriosa cliente europea per convincere Olivia a vendere la sua casa e i suoi terreni. L'uomo, però, sembra essersi innamorato sinceramente della illustratrice e quindi non avere più motivi per ucciderla. Dell'innocenza di Eric è convinta la sorella Petra (Jennifer Ferrin), che farà di tutto per scoprire la verità. Ad aiutarla in questa indagine nell'indagine, che si svolge ben quattro anni dopo la scomparsa di Olivia, sarà il determinato Nate Henry (Devin Ratray), un detective della zona. In ballo tra i sospettati torna Joel Hurley (Garrett Hedlund), un aspirante artista ospitato nella proprietà di Olivia fino al giorno della morte della donna. Ma il tempo è passato. Le vicende si sfuocano come le inquadrature. I segreti, la corruzione e la manipolazione allontanano la verità. E Mosaic diventa thriller intrigante. Si parla anche di una realizzazione stravagante per cui gli attori sarebbero stati tenuti all'oscuro degli sviluppi narrativi. Ognuno avrebbe ricevuto un copione in cui erano spiegate solo le scene a cui avrebbe preso parte. Insomma, una mystery story per tutti, anche per i protagonisti.