Morte sulla "Rambla": uno show o un lutto da pensare e vivere?
E per Ossola – ecco il chiarimento opportuno – qui «non è solo un'offesa alle vittime, ma ancora il cedimento speculare alla visione che anima gli assassini». Forte e provocatorio? Sì, e anche chiarito così: i terroristi «qui come a Nizza falciando pedoni ignari dichiarano che l'uomo non vale nulla, è un birillo da buttar già in fretta, ma la risposta che diamo è del tutto simmetrica... occultiamo nell'indifferenza la morte e riprendiamo al più presto i traffici quotidiani... Non fermarci dinanzi alla morte, non circondare quei nomi di un silenzio ampio e collettivo (...) è confermare, anche da parte nostra, che la vita non vale nulla: che si può tornare a calpestare il selciato ancor caldo di sangue e di morte».
Provocazione opportuna. E Ossola elogia i turisti che sono subito partiti non per paura, dicendo agli intervistatori curiosi e spesso indecenti che «nulla – per loro – era più come prima». Lo "show" deve andare avanti? Può bastare un minuto prima dello spettacolo del calcio? Quando in ballo è la vita, la civiltà, la storia delle idee che hanno costruito il mondo occorre appunto "elaborare il lutto": per continuare a vivere da uomini liberi...