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Montano e Massima. La santità coniugale, profezia senza tempo

Matteo Liut sabato 26 marzo 2022
La santità coniugale oggi appare come un messaggio controcorrente, un'orizzonte che appare fuori dal tempo, lontano dal comune sentire. Eppure il matrimonio cristiano conserva anche ai giorni nostri una carica profetica in grado di dare sapore e senso alla storia, perché esso è chiamato a mostrare al mondo l'amore infinito di Dio. È di questo orizzonte che i santi Montano e Massima furono testimoni nella loro epoca e per questo pagarono con la vita durante la persecuzione di Diocleziano. Non abbiamo molte notizie di questa coppia cristiana, ma secondo il Martirologio Romano essi morirono martiri a Sirmio (odierna Mitrovica) in Pannonia, gettati in un fiume. Le fonti, in realtà, non sono concordi sulla modalità del loro martirio ma sembra certo che Montano fosse un sacerdote – all'epoca ai presbiteri era consentito sposarsi – e che fu ucciso assieme alla moglie Massima. La loro vicenda si affianca a quella delle altre coppie di sposi santi dei primi secoli come Aquila e Priscilla, Severiano e Aquila, Mario e Marta.
Altri santi. Santi Baronto e Desiderio, eremiti (VII sec.); san Ludgero di Münster, vescovo (Frisia, 745 ca. - 26 marzo 809).
Letture. Romano. Os 6,1-6; Sal 50; Lc 18,9-14.
Ambrosiano. Ez 36,16-17a.22-28; Sal 105 (106); 2Cor 6,14b-7,1; Mc 6,6b-13.
Bizantino. Eb 2,2-10; Lc 10,16-21.