Monica Vitti, una grande della commedia all'italiana
L'avevo infine rivista quando, con Bernardino Zapponi, grande sceneggiatore e amico, pensammo a un soggetto bizzarro di scambio di ruoli sessuali di quelli che a lui erano cari, che “la Vitti” avrebbe voluto portare allo schermo avendo come partner Johnny Dorelli perché, ella diceva, Dorelli era tra i pochi che «aveva i tempi», che sapeva interagire perfettamente con le sue partner... Più tardi “la Vitti” sposò un giovane regista di cui tutti parlavano male giudicandolo un arrivista e di cui produsse o fece produrre un film, Roberto Russo, e forse non era un grande talento, ma che non fosse un profittatore lo dimostra che dal momento in cui “la Vitti” si ammalò ha continuato a starle vicino e aver cura di lei, con commoventi amore e assiduità. “La Vitti” fu celeberrima e pluri-premiata grazie al sodalizio con Antonioni (quattro film superbi: L'avventura, La notte, L'eclisse, Deserto rosso) e per commedie brillanti che fecero di lei una “colonnella” al pari dei quattro grandi della commedia all'italiana, Sordi, Tognazzi, Gassman, Manfredi, ai quali è bene aggiungere il nome di Mastroianni: la nuova carriera gliela aprì, senza difficoltà perché dalla commedia Monica era partita, Mario Monicelli facendone La ragazza con la pistola, un personaggio che rovesciava la logica maschilista del “delitto d'onore”. Poi la malattia e il silenzio. Cercai tempo addietro con due signore del bel mondo cinematografico romano di organizzare una piccola manifestazione pubblica per ricordarla, in occasione di un anniversario, ma le signore avevano meglio da fare che occuparsi di chi non conta più niente e non porta profitto.