Le rilevazioni dell'Istat sul costo della vita nel 2015 (tradotte in un decreto dello scorso novembre) non registrano sostanziali variazioni, per cui, salvo novità, il prossimo anno non vi saranno gli adeguamenti al costo della vita sulle rate mensili. Spettano tuttavia sulle pensioni entro i 2 mila euro (tre volte il minimo) gli aumenti ridotti relativi al recupero dell'inflazione del 2012-2013.Questi aumenti bilanciano, in parte, gli effetti negativi di una circostanza imprevista. Nel corso del 2015 le pensioni hanno beneficiato di una rivalutazione dello 0,3%. Questa percentuale, applicata dallo scorso gennaio a titolo provvisorio, è stata invece ritoccata dall'Istat nella misura definitiva dello 0,2%. Pertanto dovrà essere restituita la differenza dell'0,1% percepita in più nel corso di quest'anno. Il recupero sul 2015 sarà quindi effettuato dall'Inps sulla rata di gennaio, e per le pensioni al minimo dovrebbe aggirarsi su 6 euro e qualche centesimo. Una rivalutazione "in negativo" non si era mai verificata nel corso degli anni, non essendo neppure ipotizzabile, ed è suscettibile di riflettersi su altri aspetti. Opportuna una sanatoria. È una situazione analoga alla recente rilevazione di un Pil negativo, nella media degli ultimi cinque anni, e che avrebbe inciso sul calcolo contributivo delle pensioni, abbassandone gli importi. La soluzione, trovata dal Governo, è stata quella di valutare fittiziamente il Pil pari ad 1, anche quando in realtà si registra una cifra negativa, salvo recuperare in futurola quota fittizia.Questo precedente suggerisce un'urgente soluzione ad hoc anche per la rivalutazione negativa che si verifica sulle pensioni per il 2016. Si tratta di una situazione inedita che giustifica, per evidenti motivi sociali, un abbuono totale della differenza richiesta ai pensionati o, in alternativa, di spalmarla in centesimi su un lungo arco di tempo. In mancanza di un adeguato intervento, la riduzione dello 0,1%, se confermata nella sua applicazione, porterà anche ad un ritocco degli importi ufficiali del trattamento minimo delle pensioni e dell'assegno sociale.In questo caso, il trattamento minimo 2015 si abbassa da 502,39 euro a 501,88 euro, mentre l'assegno sociale scende da 448,52 euro a 448,06 euro. Pochi centesimi di differenza, con scarso rilievo, ma sia il trattamento minimo sia l'assegno sociale costituiscono il metro ufficiale di riferimento in numerosi ambiti sociali, dalla previdenza alle assicurazioni, dall'assistenza sociale alle utenze ecc. costringendo enti e cittadini a fastidiose rettifiche di programmi di calcolo e di provvedimenti relativi al 2015.