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Pietro Canisio. Misericordia e verità, i due volti dell’annuncio

Matteo Liut sabato 21 dicembre 2024
Verità e misericordia sono le due facce dell’annuncio cristiano: è possibile portare il Vangelo al mondo amando anche i lontani, anche chi la pensa diversamente, mettendo al centro le persone. I cristiani, infatti, sanno «comporre armoniosamente la fedeltà ai principi dogmatici con il rispetto dovuto a ogni persona». Ben lo testimonia l’esempio di san Pietro Canisio, che fu l’ottavo membro a unirsi alla Compagnia di Gesù fondata da sant’Ignazio di Loyola e divenne un portatore della fede cattolica nella Germania segnata dalla Riforma luterana. Benedetto XVI, durante l’udienza generale del 9 febbraio 2011, ricordava che nella sua terra, ancora la generazione di suo padre chiamava il catechismo semplicemente «il Canisio». Questo dottore della Chiesa, autore anche di diversi testi di carattere catechistico, appunto, era nato nel 1521 a Nimega e aveva studiato diritto canonico a Lovanio e diritto civile a Colonia, dove divenne prete nel 1546. In questa città lesse gli Esercizi spirituali di sant’Ignazio, avvicinandosi al suo carisma. Prima tappa del suo ministero fu la Baviera, lasciando un segno profondo: tutto, sottolineava Ratzinger, gli fu possibile solo grazie alla profonda amicizia personale con Gesù. Morì a Friburgo nel 1597. Altri santi. San Michea, profeta (VIII sec.); beato Domenico Spadafora da Randazzo, domenicano (1450-1521). Letture. Romano. Ct 2,8-14; Sal 32; Lc 1,39-45. Ambrosiano. IV feria prenatalizia “dell’Accolto”. Rt 2,19-3,4a; Sal 17 (18); Est 7,1-6.8,1-2; Lc 1,57-66. Bizantino. Gal 3,8-12; Lc 13,19-29. t.me/santoavvenire © riproduzione riservata