«La casta si è opposta al cambiamento che gli argentini hanno votato alle urne». La lamentela di ieri del neo-presidente Javier Milei è tipica di tutti i populisti. Il nemico, spesso più costruito che reale, è lei, la “casta”, il gruppo ristretto, potente e arroccato che si è costruito e attribuito speciali diritti e privilegi. Originariamente il termine designava una sorta di “razza pura” o superiore e indica la rigida divisione sociale in India. In Italia, “casta” è divenuto termine comune del dibattito pubblico dopo il pamphlet omonimo di Rizzo e Stella (2007): «Così i politici sono diventati intoccabili», diceva il sottotitolo.