MicroMega e 35 anni di sinistra smarrita
Le nuove riviste anni ottanta offrivano una nuova gamma di alternative problematiche e di linguaggio, nella speranza di riformulare mentalità e cultura di sinistra. La più giovane, variamente eclettica e culturale fu "Linea d'ombra", mentre "MicroMega" costeggiava e incalzava dall'esterno i partiti comunista e socialista tentando di costringere il ceto politico a riflettere. Il decennio di Craxi, di Reagan, di Margaret Thatcher e del neoliberismo stava spingendo in un angolo una sinistra che non riusciva a fare i conti con la fondamentale trasformazione: l'ingresso della classe operaia in una nuova middle class, allargata e culturalmente trasformata dall'espansione dei consumi. La cultura politica di "MicroMega" subì poi una certa involuzione nel corso degli anni novanta, quando il conflitto frontale fra berlusconismo e antiberlusconismo monopolizzò l'attenzione della rivista limitandone molto, credo, la capacità di analisi sociale e culturale. Il vero problema per la sinistra non erano né Berlusconi né la Lega, erano i loro elettori.