Nel buio delle nostre solitudini, delle nostre fatiche quotidiane, degli ostacoli che l'esistenza ci pone giorno dopo giorno, il nostro cuore ha bisogno di sentire che l'universo ci è accanto. I cristiani sanno, in realtà, che lo stesso Creatore dell'universo cammina assieme a noi, perché ha condiviso con l'umanità anche la morte, sconfiggendola. E gli angeli e gli arcangeli come Michele, Gabriele e Raffaele sono lì a ricordarci che la nostra forza sta nell'amore di Dio. Essi, infatti, sono coloro che mediano, che portano come messaggeri le parole di Dio fino alle nostre orecchie e ci mostrano il volto del Signore. La devozione popolare da sempre si rivolge a loro perché si facciano anche portatori delle nostre parole fino al cuore di Dio, proteggendoci così dai marosi della vita. E l'identità dei tre arcangeli celebrati oggi ci parla di un Signore che ci è amico e compagno di strada, ricordandoci che Egli è unico (Michele l'avversario del maligno), che ha un progetto di salvezza da offrire a tutto il mondo (Gabriele il messaggero) e ci sostiene a ogni nostro passo, anche il più incerto e doloroso (Raffaele il soccorritore). Il culto ha radici antiche che affondano nella tradizione veterotestamentaria e trovano alimento anche nel Nuovo Testamento (Gabriele è l'angelo che annuncia a Maria la nascita di Gesù). La loro identità porta un messaggio di speranza: Dio ci parla, sta a noi saperlo ascoltare davvero.
Altri santi. Sant'Alarico, eremita (X sec.); beato Nicola da Forca Palena, sacerdote (1349-1449).
Letture. Romano. Dn 7,9-10.13-14; Sal 137; Gv 1,47-51.
Ambrosiano. Ap 11,19-12,12; Sal 137 (138); Col 1,13-20; Gv 1,47-51.
Bizantino. Ef 4,14-17; Lc 5,33-39.