Sono rimasto stupito solo quando si è lamentato Michel Platini: «Vuol dire che adesso faremo un Pallone d'Oro solo per il calcio europeo», ha detto, amareggiato per la scelta di Lionel Messi, come dire un carneade, un imbucato nel calcio continentale. Stupito di Platini, non di tutti quei commentatori che avevano puntato su Xavi e Iniesta e sono rimasti delusi, arrivando ad accusare il solito Blatter di losche manovre per impedire che l'ambìto premio fosse assegnato a uno dei protagonisti della Spagna mondiale, essendo proprio lui, il Blatter medesimo, il presidente della Fifa che organizza la Coppa del Mondo. A volte anche il calcio, in questo paese, gioca, come la politica, a disegnare scenari dominati da sospetti, equivoci, magari ignorando gli imbrogli veri che si rivelano solo - per la forza del destino, non degli uomini - a scadenze decennali, quando va bene. Stupito di Platini, non di chi non ha vissuto le stagioni felici del trofeo di "France Football" che non si prestava ad equivoci e premiava campioni indiscutibili di qualità superiore: Matthews, Di Stefano, Kopa, Suarez, Sivori (primo italiano), Masopust, Yashin, Law, Eusebio, Bobby Charlton, Best, Rivera, Gerd Muller, Cruijff, Beckenbauer, Blokhin, Simonsen, Keegan, Rummenigge, Paolo Rossi Ottantadue; a quei tempi il giurato italiano era Ferruccio Berbenni, giornalista gentiluomo della "Notte" che manteneva sempre uno stretto riserbo sul voto ed ebbe un momento di celebrità solo quando si seppe che aveva convinto i francesi, notoriamente antitaliani, a votare per Gianni Rivera, nel '69. Stupito di Platini, dunque, perché dovrebbe ricordare che il Pallone d'Oro gli è stato assegnato per tre anni consecutivi - '83,'84,'85 - come se a quei tempi in Europa ci fosse solo lui con un palmarés di tutto rispetto ottenuto indossando la maglia della Juve (due scudetti, Coppa delle Coppe '83-'84, Supercoppa Uefa '84, e la Coppa dei Campioni dell'Heysel, '84-'85, con la quale poi partecipò all'Intercontinentale vincendolo) e della nazionale francese Campione d'Europa nell'84, mentre almeno un Balon d'Or l'avrebbe meritato il grande Kenny Dalglish che aveva vinto la Coppa dei Campioni '83-'84 con il mitico Liverpool meritandone invece solo uno d'argento. Lionel Messi, 23 anni, il più grande al mondo, nato in Argentina, vincitore con la sua nazionale di un titolo Under 20 e dell'oro olimpico di Cina 2008, s'è visto assegnare il Pallone d'Oro per due anni consecutivi grazie a un palmarés europeo - dico europeo - senza precedenti, avendo vinto con il Barcellona un mondiale per club, due Champions League, una Supercoppa europea, quattro scudetti, 4 supercoppe di Spagna, una Coppa di Spagna e nel 2009 sei trofei nazionali su sei: alla faccia di chi parla di calcio spagnolo "mortificato" dimenticando, fra l'altro, visto che vanno tanto di moda i retroscena scandalosi, l'accusa da poco rivolta alle "furie rosse" di Del Bosque di esser clienti del famigerato dottor Fuentes. Io, in tempi non sospetti, ho votato Messi. E me ne vanto.