Mercati contadini in Africa per sostenere i piccoli produttori
Tutto fruendo dell’esperienza, ormai pluriennale, dei mercati contadini allestiti dai coltivatori diretti che si propongono così come modello possibile per aiutare le economie dei Paesi più poveri, a sviluppare filiere alimentari “dal basso”. Un’azione che se in Italia ha assunto i connotati di iniziativa importante dal punto di vista economico, in altri Paesi può assumere anche un carattere politico da non trascurare. Non a caso, ieri si è parlato anche di occasione per «difendere la democraticità del cibo e riappropriarsi dei processi decisionali a vantaggio della collettività». Anche perché il progetto MAMI non si limita solo alla creazione di spazi di vendita diretta, ma rappresenta un’iniziativa che mira a riqualificare il tessuto sociale urbano, promuovendo l’incontro tra produttori e consumatori in contesti locali. Senza trascurare il passaggio di conoscenza tecnologiche tra agricoltori di diversi continenti. L’iniziativa, infatti, prevede corsi di aggiornamento e strumenti per gestire i mercati e comunicare efficacemente con i clienti; così come la gestione del mercato, il marketing e la valorizzazione dei prodotti. Tra le principali attività già svolte nell’ambito del progetto, ci sono la selezione degli agricoltori, la progettazione degli spazi del mercato e la fornitura delle attrezzature necessarie. L’Africa agricola che, dunque, chiama l’Italia agricola. Certo – ricordiamolo – si tratta di un progetto, un esperimento che dovrà essere seguito con attenzione e fatto crescere con equilibrio. Ma è pur sempre qualcosa di nuovo nel panorama sempre più complesso degli scambi agroalimentari internazionali. © riproduzione riservata