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Mercati all’ingrosso decisivi ma troppo frammentati

Andrea Zaghi domenica 9 giugno 2024
F ondamentali per il commercio dei prodotti alimentari freschi. Eppure pochi, forse, ne hanno consapevolezza. Si tratta dei mercati agroalimentari all’ingrosso che, in Italia, rappresentano uno degli snodi centrali della filiera dei prodotti freschi e freschissimi, con un importante ruolo nella valorizzazione delle produzioni locali e stagionali, nella tracciabilità e sicurezza igienico-sanitaria. Strutture importanti che si stanno evolvendo ma che hanno necessità di una forte riforma. A scattare la fotografia di questo passaggio della filiera agroalimentare è stato l’Ismea che ha condotto un’indagine coinvolgendo Italmercati, la rete più significativa di mercati all’ingrosso nel nostro Paese. In Italia oggi operano 137 strutture (sei volte di più che in Spagna e Francia) da cui transita circa il 50% dell’offerta ortofrutticola, il 33% di quella ittica e il 10% delle carni, quote che, ad eccezione dell’ortofrutta, risultano significativamente inferiori a quelle di analoghe realtà di altri paesi Ue. L’origine del prodotto che passa da questi mercati è prevalentemente nazionale, con una quota rilevante di produzioni locali, provenienti cioè dal territorio entro i 100 km, ad eccezione delle carni, prevalentemente d’importazione. Le merci locali sono oltre la metà dei prodotti florovivaistici, un terzo degli orticoli e degli ittici, un quinto della frutta. I clienti prevalentemente i negozi al dettaglio. È proprio da questa condizione che emerge la necessità più importante. Il sistema italiano dei mercati all’ingrosso è una realtà molto composita e frammentata, dove alla maggiore densità di strutture rispetto ai partner europei corrisponde un giro d’affari più contenuto. D’altra parte, queste stesse strutture hanno un potenziale ruolo cruciale nel favorire un riequilibrio nella distribuzione del valore lungo la filiera agroalimentare. Occorre, però, è il parere di Italmercati, mettere mano ad una riforma profonda che ha due parole d’ordine: accorpamento ed efficienza. Serve naturalmente una politica che «investa nei mercati all’ingrosso strategici del Paese», ha chiesto Italmercati aggiungendo: «La proposta è cercare di individuare un numero, magari ridotto, mercati strategici che garantiscano un sistema più efficace ed efficiente, non tralasciando i principali requisiti alla base di queste strutture: garantire ai consumatori servizi di tracciabilità e sicurezza alimentare». È, in altri termini, una nuova sfida quella che viene proposta per migliorare la filiera che porta il cibo sulle nostre tavole. © riproduzione riservata