Meera, la "intoccabile" che scrive per le donne
La prima sfida è ciò che è: «Giornalista in un posto in cui il giornalismo non è considerato un lavoro per donne». La seconda sfida è ciò che scrive. Meera Devi è una dalit, "intoccabile" nel sistema delle caste che, sebbene vietato, ancora appesta l'India e dunque da una come lei non ci si aspetta che scorrazzi in bicicletta, a piedi o in pullman nei villaggi più remoti dell'Uttar Pradesh, armata di penna, bloc notes e cellulare, e intervisti donne violate, vedove rimaste senza protezione, contadine che la mancanza di irrigazione nei campi costringe alla fame, funzionari governativi che con la loro apatia vanificano i programmi antitubercolosi nelle campagne...
Meera è la capocronista di Khabar Lahariya, un network informativo gestito solo da donne con una storia incredibile. In principio c'è stato un corso governativo di alfabetizzazione femminile, che Meera aveva supervisionato quando, nel 1994, a 24 anni, con un marito disoccupato e 4 figli c'era da trovarsi un lavoro in fretta.
«Le ragazze imparavano a scrivere, ma non avevano niente da leggere – racconta Meera –. Così ho cominciato a scrivere articoli che potessero interessarle, e poi fotocopiavo per tutte, 4 pagine al mese». Nel 1999 l'iniziativa chiuse per mancanza di fondi, ma Meera continuò a fare la giornalista. Nel 2002 nacque Khabar Lahariva (in hindi, ondata di notizie), con 7 "reporter per caso", tutte donne dalit, e 1.000 copie ciclostilate, scritte in lingua Indi e Bundeli, e diffuse dalla città di Karwi in alcuni villaggi rurali dell'Uttar Pradesh, nel nord agricolo dell'India.
Vent'anni dopo, il network, sostenuto dalla ong Nirantar Trust e supportato anche dall'Onu, ha il suo posto nel mondo: dalle edizioni stampate in diversi dialetti locali, con diffusione in centinaia di villaggi, si è passati a una organizzazione digital-first, che consente a Khabar Laharuya di raggiungere 10 milioni di persone ogni mese con il sito, i canali video all news e i social. Ci lavorano 40 «giornaliste rurali» e decine di corrispondenti, «antenne» per capire cosa succede nei villaggi più remoti dove gli altri giornali non arrivano. Sono donne per le donne: Meera ha addestrato le sue croniste, tutte "intoccabili", a farsi raccontare notizie iper-locali, cose piccole ma importanti per la vita quotidiana. una canalizzazione per l'irrigazione che non funziona, una storia di violenza ignorata dalle forze di polizia.
I servizi su Youtube viaggiano lontano: in diversi casi le autorità hanno risolto il problema denunciato. La storia di Khabar Lahariva ora è diventata un documentario, "Writing with fire", candidato all'Oscar per la sua categoria.
Meera è tra le protagoniste: la si vede seduta sul pavimento di terra battuta di una capanna, filmare con il cellulare una donna che racconta lo stupro di gruppo subìto da quattro uomini appartenenti a una casta superiore alla sua e che non ha avuto attenzione da parte della polizia. «Ho ricevuto minacce di morte, insulti e intimidazioni – racconta Meera –. Essendo donna e dalit, i potenti dileggiano il mio lavoro, è capitato che il mio telefonino sia stato distrutto, l'auto di una collega tamponata, i servizi video tempestati da troll. Ma noi siamo un gruppo di amiche che condividono la passione per la verità. Il nostro giornalismo rurale, raccontato con una lente femminista, e l'unione della squadra è la nostra forza».