Mea culpa: Higuaín è un vero leader
Il Pipita non è diventato subito la star della squadra, accusato da qualcuno di essere in ritardo e “sformato”, insomma “gordo”, che in spagnolo è molto peggio che cicciottello. Oggi è il leader. Mi diverte l'idea di incolpare della mia scarsa fiducia sul Pipita bianconero don Angelo Berselli, nobile prete di frontiera, da nove anni parroco di Forcella, quartiere centralissimo di Napoli, che alla vigilia di Juve-Napoli, difendendo Higuaín dall'accusa di tradimento, aveva precisato: «Io non lo definirei un tradimento. Higuain è un professionista e aveva una clausola. La Juve ha pagato i 94 milioni e si è assicurata il giocatore. Detto tra noi ci avete fatto un bel pacco, te lo dice uno di Forcella». Già, «ci avete», perchè don Angelo è – magari già lo sapete – un audace juventino e può esserlo nella città che detesta la Signora. E io lo cito ovviamente non per incolparlo della mia incauta opinione sul Pipita ma perché nell'annosa querelle fra Napoli e Torino è l'immagine e la voce più civile ch'io abbia ascoltato. Detto questo, viva Higuaín, viva Allegri: e tuttavia spero che Max il Profeta non risolva davvero la pratica scudetto già a Natale. E che Higuaín si allontani definitivamente dal cielo napoletano. Sarri ha un bomber a tre teste – Insigne, Mertens e Callejon , per non dire di Hamsik – che segna più del Pipita. In attesa di Milik. E del Real Madrid. Olé.