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Maurizio, Candido, Essuperio, Vittore. Il senso del dovere di soldati e l'audacia di testimoni

Matteo Liut mercoledì 22 settembre 2021
La storia della Legione tebea è una delle tante vicende storiche della storia della Chiesa dal sapore eroico, che unisce il coraggio dei singoli e la forza della comunità, il senso del dovere e l'audacia di andare controcorrente. Questa legione, infatti, secondo la tradizione era composta tutta da cristiani egiziani in servizio ai confini orientali dell'impero romano. Alla fine del III secolo essi furono inviati dall'imperatore Massimiano nell'Europa centrale per contenere le rivolte dei Bagaudi e gli assalti di altri gruppi come i Quadi e i Marcomanni. Quando però venne loro richiesto di uccidere alcune popolazioni cristiane nel Vallese essi si rifiutarono, non accettando neppure di sacrificare agli dei. Per questo andarono incontro a una punizione terribile: la decimazione, l'uccisione di un soldato ogni dieci. Maurizio, che comandava la legione, e i suoi compagni Candido ed Essuperio, da Agaunum, nel Vallese appunto, riuscirono a fuggire, ma furono raggiunti dai commilitoni e vennero uccisi. Il Martirologio ricorda assieme a loro anche il “veterano Vittore”.
Altri santi. San Silvano di Levroux, eremita (I sec.); sant'Ignazio da Santhià, religioso (1686-1770).
Letture. Romano. Esd 9,5-9; Tob 13; Lc 9,1-6.
Ambrosiano. At 1,12-14; Sal 18 (19); Ef 1,3-14; Mt 9,9-17.
Bizantino. Ef 5,25-33; Lc 5,33-39.