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Mattoni sicuri

Eraldo Affinati venerdì 9 giugno 2023
Vidi le cattedrali di Dresda quando erano ancora nere di fumo per quanto, presumo, fossero state già restaurate all’epoca della Ddr. O forse erano, più verosimilmente, i miei occhi a filtrare in quei mattoni scuri la memoria dei tragici bombardamenti che distrussero la città quasi alla fine della Seconda guerra mondiale? Certo è che in pochi altri luoghi d’Europa resta così evidente ciò che i conflitti bellici possono produrre nelle città devastate: il veleno della morte continua a circolare nell’aria anche a grande distanza storica, depositando sulle pareti degli edifici religiosi uno sottile strato di polvere inestirpabile. E non si poteva non ripensare alla Madonna della Sistina di Raffaello, conservata nella Gemäldegalerie sulle rive dell’Elba, il cui sguardo tragicamente consapevole stregò la penna di Vasilij Grossman: «Ha vissuto la nostra vita insieme a noi. Dunque, giudicateci, noi esseri umani, insieme alla Madonna col bambino. Noi lasceremo presto questa vita, abbiamo già i capelli bianchi. Lei, invece, giovane madre con il figlio in braccio, andrà incontro al suo destino e con la prossima generazione di esseri umani vedrà una luce possente e accecante splendere nel cielo: il primo scoppio della potentissima bomba a idrogeno, foriero di una nuova guerra globale». © riproduzione riservata