Da Imma Tataranni a Mariele Ventre il passo non è breve, ma è la conferma di come la tv stia puntando su figure femminili, immaginarie o reali, di grande forza e carattere sia pure molto diverse tra loro. Tenendo conto che, oltre al passaggio di testimone, la domenica su Rai 1 tra la fiction sul sostituto procuratore interpretato da Vanessa Scalera e il film per la tv I ragazzi dello Zecchino d'oro con Matilda De Angelis, sta andando in onda su Rai 2 la ragazza madre Olivia Mazzuccato interpretata da Valentina Bellè in Volevo fare la rockstar e che domani sera debutta su Canale 5 Gabriella Pession nei panni della neuropsichiatra infantile Tosca Navarro in Oltre la soglia. Tutte donne a loro modo interessanti, rese tali anche dalle rispettive belle prove d'attrice. Della Scalera abbiamo detto, della Pession e della Bellè diremo, in quanto alla De Angelis non possiamo che apprezzare lo sforzo fatto per dare corpo, voce e sentimenti a un mito come Mariele Ventre, nonostante il vantaggio di essere una cantante oltre che un'attrice e per di più bolognese. La trasformazione però, per chi l'ha seguita finora, è rilevante. Nel vederla qui con le acconciature anni Sessanta, i golfini combinati e la collana di perle, viene da pensare al contrasto con la Giulia di Veloce come il vento o all'Ambra di Tutto può succedere dove tra l'altro interpreta la figlia di Sara, alias Maya Sansa che qui ritroviamo nella parte di Ernestina, la mamma di Mimmo, il bambino di nove anni attorno al quale ruota la storia che poi non è altro che quella della prima edizione televisiva dello Zecchino d'oro e della nascita del Piccolo coro dell'Antoniano che, dopo la prematura morte di Mariele nel 1995 a soli 56 anni, avrebbe preso il nome della sua fondatrice. Per il resto, pur con qualche semplificazione come le rapide riconciliazioni finali per l'inevitabile lieto fine, il film diretto da Ambrogio Lo Giudice, che fu anche lui a suo tempo uno di quei “ragazzi”, fa emergere chiara la vocazione e la maternità ideale della Ventre, la bella figura dell'ideatore dello Zecchino, Cino Tortorella-Mago Zurlì (Simone Gandolfo), e lo spirito autentico dell'Antoniano e dei suoi frati per un “come eravamo” che sa di storia d'Italia.