La quarta stagione di Mare fuori è sbarcata ieri sera su Rai 2 con i primi due episodi (i 14 complessivi sono già su RaiPlay) anticipati tra l’altro alle 19,30 dallo speciale Mare fuori #Confessioni, un falso reality in cui i protagonisti della serie raccontano davanti a una telecamera i momenti più intensi della loro vita all’interno dell’immaginario istituto di detenzione minorile che si affaccia sul Golfo di Napoli. Gli autori (Cristiana Farina e Maurizio Careddu) parlano di espediente cinematografico con la forma narrativa del documentario pur trattandosi di fiction. In poche parole si aumenta la confusione tra finzione e realtà. A parte questo, tornando agli episodi andati in onda, basterebbero i titoli («Nel nome dell’amore» e «Il vecchio leone e il giovane leone») per capire che anche questa stagione (partita non a caso il giorno di San Valentino) è incentrata sulla vicende amorose di molti dei ragazzi reclusi, a partire dai Romeo e Giulietta che sono Carmine Di Salvo e Rosa Ricci in quanto appartenenti a famiglie camorriste contrapposte, per finire al triangolo (reso anche molto esplicito in due scene) creato Edoardo Conte. Imprevisti innamoramenti riguardano anche il personale di sorveglianza. L’altro tema è quello dello scontro generazionale, sia a livello di lotta per il potere malavitoso, sia di riscatto nei confronti di famiglie spesso alla base dei crimini compiuti dai ragazzi. Le troppe storie d’amore confermano l’impressione avuta già alla fine della terza stagione, ovvero che le idee comincino a scarseggiare. Mentre l’altro filone, stando almeno ai primi episodi, sembra meno «gomorrizzato» che in precedenza. In questo microcosmo dove risulta particolarmente labile il confine tra bene e male, un barlume di speranza, grazie soprattutto agli educatori, s’intravede sempre, anche perché il mare, simbolo di liberà, è lì fuori.
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