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Malachia. Testimoniare coi gesti per una fede autentica

Matteo Liut venerdì 18 dicembre 2020
«Sarò un testimone pronto contro gli incantatori, contro gli adùlteri, contro gli spergiuri, contro chi froda il salario all'operaio, contro gli oppressori della vedova e dell'orfano e contro chi fa torto al forestiero»: l'occhio di chi crede in Dio sa discernere il bene dal male e sa costruire relazioni autentiche capaci di cambiare il mondo. Per questo la voce di san Malachia, il cui libro di tre capitoli chiude la serie dei profeti minori dell'Antico Testamento, si levò contro riti sterili, fatti di facciata e lamenti, non di vero culto e fiducia. Le sue parole di rivolgevano a un popolo da poco tornato dall'esilio babilonese alla fine del VI secolo a.C., più impegnato a ricostruire il tempio, che non a riempirlo di gesti di fede autentica. L'appello di Malachia, ancora oggi profetico, è a dar forma alla giustizia autentica ogni giorno.
Altri santi. San Graziano di Tours, vescovo (III sec.); san Wunibald di Heidenheim, abate (701–761). Letture. Ger 23,5–8; Sal 71; Mt 1,18–24. Ambrosiano. Rt 1,15–2,3; Sal 51 (52); Est 3,8–13;4,17i–17z; Lc 1,19–25.