Macchine agricole, export boom
I conti sono stati fatti dall'Unacoma (l'unione dei costruttori di macchine agricole) e parlano chiaro: nei primi nove mesi del 2008 il mercato interno delle trattrici agricole (macchine per eccellenza dell'azienda agraria) è cresciuto dell'1,2% rispetto allo stesso periodo 2007, mentre le vendite all'estero delle stesse, quasi nel medesimo arco temporale (i primi sei mesi), hanno compiuto un balzo in avanti del 37%. Si tratta evidentemente di numeri che vanno interpretati, ma che delineano una situazione chiara e non facile.
L'incremento ? definito con ragione "modesto" dagli osservatori del mercato ? delle vendite interne potrebbe far sperare nell'innescarsi di movimenti di segno opposto al -9,8% del 2007 e il -6,2% del 2006. Eppure non è così: la crescita delle immatricolazioni non è ancora di dimensioni tali da far pensare a un'effettiva inversione di tendenza. Soprattutto però, l'Italia agricola è ancora molto distante dal mercato europeo. In Francia le vendite sono cresciute del 19%, in Germania del 16%, in Spagna del 4,5% e nel Regno Unito del 13%, nell'intera Ue in media l'aumento è stato dell'8%. Il motivo di questa dicotomia è semplice: le imprese agricole dello Stivale sono, mediamente, ancora troppo piccole, non riescono a realizzare economie di scala importanti, hanno a che fare con una struttura del mercato difficile e tortuosa e con possibilità di accedere al credito bancario tutto sommato ancora sottodimensionate rispetto a quelle presenti in altri Paesi. Si tratta di condizioni che portano a non acquistare macchine se non per sostituire quelle ormai obsolete. Tutta un'altra storia, invece, può essere raccontata se si guarda ai mercati esteri. Come si è detto, nei primi sei mesi dell'anno ? secondo i dati Istat sul commercio estero ? l'industria delle macchine agricole ha esportato quasi 43 mila trattrici (erano 33.300 nello stesso periodo 2007), per un valore complessivo di 912 milioni di euro, pari a un incremento del 37% rispetto all'anno precedente. Le nostre trattrici, corrono un po' in tutto il mondo, ma soprattutto in America (che da sola copre oltre il 14% del fatturato), oltre che in India, Cina e Russia. In quelle aree, oltre ai prodotti agroalimentari, l'Italia è nota anche per macchine che non hanno pari. Gli industriali sono felici, meno, forse, gli agricoltori italiani.