Ma nessuna spiegazione potrà mai giustificare gli orrori del terrorismo
Di fronte al moltiplicarsi e al contagio recente del terrorismo suicida che si richiama all'islamismo radicale, l'Occidente sente di dover fronteggiare un nemico assoluto della propria civiltà e della civiltà: eppure quel “dare la vita” in una guerra contro il nostro modo di vivere e di pensare può richiamare il sacrificio di sé che storicamente ha caratterizzato i nostri stessi movimenti di liberazione e indipendenza nazionale. Circolano perciò e hanno una certa autorità teorizzazioni che spiegano le cause del terrorismo giustificandolo. C'è chi sostiene che la prima fonte di violenza è lo Stato e che la stessa legge è fondata esclusivamente sulla forza: si conclude quindi che il terrorismo individuale e di gruppo è solo una “comprensibile e quindi giusta” reazione a una violenza primaria ipocritamente occultata. Altri pensano che l'attuale terrore islamista, da al-Qaida al Daesh ai foreign fighters, sia solo l'effetto ritardato del colonialismo occidentale. Ma il giudizio di condanna del terrorismo non può essere modificato da nessuna “spiegazione” sociale e storica. Il crimine resta crimine anche se è ideologico e suicida.