Dopo aver usato con disinvolta leggerezza il termine “virale” in senso metaforico per indicare la velocità con cui inezie e bugie si diffondono in rete, ora siamo costretti a usare lo stesso aggettivo in senso letterale. Abbiamo a che fare con un vero virus. Questo microrganismo parassitario si è ora presentato in una versione inaspettata e al momento non controllabile, riuscendo da solo, nella sua microscopica piccolezza, a spaventare il più gigantesco e potente organismo sociale del pianeta Terra, il capitalismo nelle sue varie forme. A causa di questo virus comparso per la prima volta in Cina e che ora emigra, le previsioni di crescita dell'economia da rosa stanno diventando nere. Il traffico aereo e ferroviario ne soffre. La seconda potenza economica mondiale, quella cinese, con la quale la maggior parte delle altre intrattiene rapporti più o meno vitali, è improvvisamente compromessa da un virus che è parente stretto del raffreddore e dell'influenza e che si adatta e si maschera facilmente. Per qualche insondabile ragione la vita stessa, attraverso un suo infinitesimo ma vorace rappresentante, ci manda messaggi minacciosi. I nostri mirabolanti sistemi di controllo, nostro vanto e nostra ossessione, sono stati sorpresi e messi in scacco. La nostra brama di denaro in aumento e di produzione-consumo in sovrabbondanza, è costretta a fare i conti con un nemico bramoso di servirsi delle nostre cellule per soddisfare innocentemente i propri elementari appetiti… Mi scuso per il mio sarcasmo, ma credo che sia solo un'innocua ritorsione nei confronti di chi scoppia di orgoglio progressista, immaginando che gloria e destino del genere umano siano di dominare la natura e metterla a nostro servizio. Della natura, dicono gli scienziati più seri, in realtà sappiamo pochissimo e controlliamo ancora meno. Vivere è un rischio, una serie di rischi. Eliminato uno, ne nasce un altro. Gli strumenti che usiamo per controllare e diminuire rischi e fatiche, si rivelano quasi sempre a loro volta rischiosi e faticosi. Gli illuministi che ebbero fede nella funzione civilizzatrice della Rete, hanno scoperto che proprio lì diventavano virali falsità e idiozia. L'intera connessione veloce che unifica il mondo rende più veloce e virale sia il bene che il male. La nostra Babele planetaria crollerà non perché non ci capiamo più, ma perché vogliamo parlare tutti la stessa lingua: quella della vita veloce. Che scandalo che un microrganismo possa rallentare tutto!