Non è certamente un gesto di cortesia, per un grande quotidiano "laico" come la Repubblica, letta anche da molti credenti, aprire le proprie pagine culturali, il Venerdì Santo, con l'articolo di un celebre esperto in misticismo in cui l'evento centrale della fede in Cristo è definito frutto di una «antichissima fantasia apocalittica giudaica». Il filosofo Marco Vannini, esperto in misticismo, presenta così la Resurrezione: «È un fatto che la primitiva comunitàcristiana si costituì sul fondamento delle attese apocalittiche, per cui le apparizioni di Cristo dopo la morte furono interpretate proprio nel senso di una resurrezione […] Questa però fu più una costruzione teologica che un fatto reale» e Cristo «compare alle donne e agli apostoli "già risorto"». Per Vannini l'incontro Gesù-Maddalena è solo «un evento spirituale, non uno spettacolo dimostrativo». Ma se a Maddalena proibì di toccarlo per un buon motivo, sulle rive del mare di Galilea il Risorto mangiò con gli Apostoli e, dove gli apostoli si erano rinchiusi per paura, disse all'incredulo Tommaso di mettere il dito e la mano nelle sue ferite. È vero che, nella sua Prima ai Corinzi, Paolo scrisse che «se i morti non risorgono, neanche Cristo è risorto», ma questo è palesemente un modo paradossale di dimostrare l'inverso e non è da filosofi non accorgersene né affermare che l'Apostolo «non comprese il messaggio evangelico della morte dell'anima e della rinascita nello spirito». Una resurrezione senz'anima? I cristiani greci, quando s'incontrano a Pasqua, si salutano dicendo: «Alith?s Anèsti! È veramente risorto!». IL VERO MEDIO EVOSul Venerdì di Repubblica un noto giornalista di sinistra, Enrico Deaglio, saluta la sentenza della Corte Costituzionale sulla fecondazione eterologa come un passaggio dal Medioevo alla modernità. Giusto: gli errori e i pasticci, non certo rari, in materia di fecondazione artificiale umana e la difesa della fecondazione adulterina delle donne sono da Medioevo. Altrettanto medievali e, in più, antidemocratiche sono le sue accuse alle donne di «subordinazione a posizioni ideologiche di superstizione e non umane» e ai cattolici di non essere cittadini consapevoli e autodeterminati come tutti gli altri in materia di scelte etiche e politiche. Medievali, infine, anche l'accusa di assurdità antiscientifica alla «teoria della sacralità dell'embrione», perché è la scienza che ne afferma l'umanità, e le sue battute grossolane e di pessimo gusto sul concepimento di Gesù. Se questi sono i suoi argomenti, il signor Deaglio dovrebbe ringraziare di vivere in un Paese in cui si trova il Vaticano e non vige la sharia.SANTI, MA NON PER VIZIOIn un grosso titolo Il Fatto Quotidiano parla (domenica 13) del «vecchio vizio dei Papi di santificarsi tra di loro» e, nel testo, di un «ritorno del culto della personalità dei Papi». I Papi santi (non tutti) si sono santificati da soli in vita come migliaia di altri fedeli e le canonizzazioni non sono certo un vizio pontificio, ma piuttosto un impegno molto serio della Santa Sede, mentre le forzature sono poco corrette. Domenica scorsa Libero aveva parlato di «veleni postumi del cardinale Martini», che «non voleva Woityla santo». Venerdì 18. poi, secondo un altro titolo sempre di Libero, ai sacerdoti durante la Messa crismale del Giovedì Santo il Papa avrebbe detto che «fare il prete è triste». Invece nel testo si legge che Francesco ha ammesso che «anch'io sono passato in quei momenti apatici e noiosi che a volte ci colgono nella vita sacerdotale». Le forzature rendono apatici i lettori e noiosi i giornali.