Ma l’aborto come diritto è una follia della ragione
Ma questo nobile mantello costituzionale di cui è stato avvolto il diritto d’aborto non pare starci tanto, nella Egalité. Si afferma il diritto della donna come assoluto, e dunque il concepito non possiede alcun diritto. I figli della Francia, almeno fino a una certa età gestazionale, non solo possono venire cancellati legalmente come del resto in Italia e in Europa, ma proprio non sono soggetti di diritto. Non esistono. È la prima volta che un Paese afferma con una tale nettezza che il frutto del concepimento è un niente. Che eliminarlo sta nella assoluta discrezione della madre. È la prima volta che un Paese dichiara solennemente in una Carta costituzionale che i suoi stessi figli appena concepiti sono un nulla. Quando, quel 4 marzo, la Torre Eiffel si è illuminata a me è parso che si esultasse per una follia della ragione, in un mondo capovolto, al contrario. La Francia acclamava l’aborto come principio intoccabile. Negando qualsiasi forma di diritto ai propri figli, e in fondo dunque a sé stessi. Nella Patria della Liberté ed Egalité. Della Fraternitè, ovvero «non fate agli altri ciò che non vorreste fosse fatto a voi». «A favore, 780!» era stato proclamato a Versailles quel giorno, con esultanza. Come per una grande conquista dell’umanità. Il diritto laicamente sacro di cancellare i figli in fieri. Figli? Macché, poche cellule, materia, roba. E ora il nuovo Lume da Parigi ha premuto sul G7. Un Lume suicidogeno, un Occidente che pretende il diritto di cancellarsi. E guai soltanto a pensare di non essere d’accordo. (Poi dicono che in un’eventuale guerra dovremo difendere “i valori dell’Occidente”. Sono perfettamente d’accordo. Anche se non posso non domandarmi quali sono esattamente oggi, questi valori. E se a disfarci, non ci pensiamo già da noi). © riproduzione riservata