Non ho visto "Habemus Papam", di Nanni Moretti, ma ho letto la recensione che del film ha fatto Ida Dominijanni, giornalista di punta del Manifesto (venerdì 15): "Il collasso del potere [del Vaticano]. Non è un papa che ci salverà". La Dominijanni ha visto così quella pellicola: «C'è un modo [di guardare al potere] che lo svuota, lo scarnifica ["] Dopo averci mostrato, nel "Caimano", il delirio di onnipotenza di un politico che si crede unto dal Signore, Moretti ci mostra ora la depressione impotente di un cardinale», personaggio di fantasia, che, eletto Papa, «di fronte alla chiamata divina si sottrae e dice: non posso, non ce la faccio». La recensione (non so il film) mostra, invece, come c'è gente che guarda al potere con tutti i limiti e la debolezza dell'ideologia comunista. Fu Benedetto XVI che, in un discorso al clero ad Aosta, pubblicato allora solo da Avvenire, ricordò che è «nella misericordia il vero potere». Invece la domanda sarcastica che Stalin fece quando gli riferirono che il Pontefice condannava la sua politica " "Quante divisioni ha il Papa?" " ancora caratterizza l'idea del potere che circola nei media (qui nel film e nel Manifesto). In sostanza, per i mezzi di comunicazione il tema forte è il potere di Dio, della Chiesa, del Papa. Un potere materiale, ma " ha spiegato Benedetto XVI " «Il vero potere è la misericordia. Dio è capace di soffrire con noi, e così dimostra il vero potere». Moretti, secondo la Dominijanni, è convinto che, invece, «è proprio a quell'altezza, in quel vertice, che il potere può collassare». Il che è stato vero per Stalin come per Mussolini, Hitler e ora magari lo è anche per Gheddafi e dimostra come, quantomeno, la cultura laicista di cui è ripieno il Manifesto, ma forse anche Nanni Moretti, sia indietro rispetto alla sapienza cristiana.
OSSESSIONE SESSUALE
Oltre quella del potere c'è, però, anche un'ossessione laicista. È noto l'errore di stampa apparso in "YouCat", il catechismo per giovani curato dal cardinale di Vienna Christoph Schönborn, da poco in libreria: l'ossessione è quella di pensare alla morale cristiana come a una meschina etica esclusivamente sessuale e oppressiva. Ecco, infatti il titolo dato a questa notizia, a tutta pagina 17, dal Giornale (mercoledì 13): «Il catechismo spiega il sesso senza peccato». Proprio nient'altro? Ho scritto ossessione. Forse si tratta, invece, di uno strabismo non laterale, ma che guarda soltanto verso il basso.
CALENDARI
Un lettore si lamenta con Il Venerdì di Repubblica (15 aprile), perché quest'anno diverse «ricorrenze laiche» coincidono con la domenica e con altre feste religiose (Lunedì dell'Angelo, Primo Maggio, Assunzione di Maria e il Mercoledì delle Ceneri che incombe sul peccaminoso carnevale"). Lo chiama «calendario beffardo», perché fa perdere molte vacanze e chiede «come mai non si sia pensato anche a un "Natale mobile"che vada a coincidere di volta in volta con qualche altra festività nazionale e laica». Il Venerdì sembra condividere la lamentela, dimenticando che il calendario nacque ebraico, divenne giuliano con Giulio Cesare nell'anno 46 a.C., infine fu riformato nel 1582 da papa Gregorio XIII per aggiornarlo all'astronomia scientifica. Un calendario "laico e civile" non c'è mai stato, ma, come si vede, scienza e fede possono andare d'accordo.