Ci vorrebbe un signor cantautore, per riflettere davvero sulla crisi che abbiamo intorno pungolandoci a reagire. Davanti all'impresario che piange perché a causa della crisi non si va più a teatro, bisognerebbe opporre un fiero: «Ma… cos'è questa crisi? Metta in scena un buon autore, faccia agire un grande attore, e vedrà che la crisi passerà!» Dinnanzi all'industriale che vede nero all'orizzonte «perché c'è la crisi», servirebbe un sonoro: «Ma… cos'è questa crisi? Cavi fuori il portafogli, metta in giro i grossi fogli, e vedrà che la crisi finirà!». Davanti a chi è talmente provato dalla crisi che ormai vive solo di gioco d'azzardo, ci vorrebbe uno schiaffo tipo: «Ma… cos'è questa crisi? Cerchi un po' di lavorare e vedrà, che la crisi passerà!» E persino alle grandi nazioni, che per la crisi vivono ormai di «conferenze e riunioni ma si resta sempre lì», non farebbe male una cantatina: «Ma… cos'è questa crisi? Rinunziate all'opinione della parte del leone e chissà… che la crisi finirà!». Insomma, per cantare la crisi del 2017 ci vorrebbe un signor cantautore. Solo che c'è già stato. Sì, perché Rodolfo De Angelis, classe 1893, primo cantautore italiano, Ma… cos'è questa crisi? la scrisse nel 1933. E poi dicono che le canzonette durano poco, e che non riservano mai sorprese.