Un paio di mesi fa
l'Unità aveva pubblicato un'analisi della questione omosessuale con questo titolo: «Riconoscere i diritti gay fa bene all'economia» (a riprova che i gay non sono discriminati quanto si dice). Nei medesimi giorni un'analisi analoga era pubblicata negli Stati Uniti con un titolo quasi identico: «La legittimazione dei matrimoni gay fa bene al business». Questa rubrica ne aveva dedotto che i “diritti” dei gay sono solo «una questione di interesse». Adesso bisogna registrare un commento (domenica 26 maggio) di
Libero, quotidiano notoriamente di destra, che riferiva la proposta dell'ex ministro Sandro Bondi: «Diamo più diritti ai gay: perché fare battaglie contro?». Il commento del direttore Maurizio Belpietro era esplicito e allargava l'ambito non degli asseriti valori dell'omosessualità ma quello degli interessi: «Soprattutto è giunto il momento di fare delle scelte, evitando di regalare alla sinistra il voto di elettori che sono di centrodestra. Le tendenze sessuali non hanno nulla a che fare con la croce che si mette sulla scheda». Il titolo diceva: «Evviva Bondi, sui gay nel Pdl ha ragione lui. Non lasciamo alla sinistra i voti degli omosessuali». Insomma, soldi e voti. Dello stesso Belpietro era anche una notazione che dice molte cose sulle motivazioni politiche del suo giornale: Bondi e gli altri sono favorevoli alle richieste dei gay «a differenza di Eugenia Roccella, parlamentare del Pdl sensibile ai temi etici». Insensibili gli altri?VINCITORI PERDENTINel referendum bolognese sul finanziamento pubblico degli asili paritari, secondo
il manifesto (mercoledì 28), «la scuola ha vinto tre volte» perché: 1° lo schieramento politico non ha convinto i bolognesi a difendere le ragioni dei cattolici; 2° l'esito incoraggia a continuare la lotta contro la scuola «privata»; 3° è stato confermato l'art. 33 della Costituzione che vieta «oneri per lo Stato». Agli argomenti del
manifesto, uno dei due quotidiani del Pd,
Europa, aggiunge: «Hanno vinto i bambini». Errore: la scuola e i bambini hanno perso tre volte perché: 1° ha votato soltanto il 28,7% dei bolognesi; 2° però 85mila persone hanno votato contro la libertà d'insegnamento; 3° le spese per l'istruzione, come per esempio per Parlamento o Polizia, non sono «oneri», semmai investimenti; infine 1.700 famiglie rischiano ora di non avere più la scuola scelta per i loro bambini. Ma contiamo che non accadrà.MODI DIVERSI
Il Fatto Quotidiano dà l'impressione di capire più la demagogia che la liturgia. Siccome in Venezuela scarseggia il vino di buona qualità da usare per l'Eucaristia, il settimanale “Iglesia Ahora” (Chiesa oggi) chiede aiuto alle Chiese sorelle dei Paesi vicini, dove i vigneti abbondano. Questo basta (martedì 28) per suggerire un confronto “scandaloso”: «L'Unicef fa sapere che in Somalia 258mila bambini sono morti di fame […] Per la Fao due milioni e mezzo di affamati sognano l'Europa delle buone pietanze ogni giorno spiate in tv... Ancora una volta Chiese di base e Chiese delle gerarchie si dividono nelle scelte politiche. I preti dei barrios (i quartieri poveri) benedicono il vino torbido dei supermercati, i monsignori no […] Due modi diversi di pregare e di comunicarsi». Quello del
Fatto è un modo diverso (per non dire altro) di parlare di religione e di raccontare i fatti.