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Luna invidiosa

Roberto Mussapi sabato 1 luglio 2023

Lui è nascosto, nel giardino, di notte. Si sono appena conosciuti, alla festa, e innamorati. Lei appare alla finestra e Romeo dice a sé stesso che lei, Giulietta, è l’Oriente, il Sole: «Sorgi, bel sole, e uccidi la luna invidiosa.» Soltanto Shakespeare può creare simili versi: la giovane donna appare al balcone non come la delicata luna, ma l’abbagliate, l’ardente sole, in piena notte. E Romeo definisce la luna, l’astro amato da tutti i poeti, da tutti gli innamorati, “invidiosa” di lei, di Giulietta. È una professione d’amore assoluto. Parla come dovrebbe sognare di parlare ogni giovane uomo: da innamorato e da poeta. E Giulietta, che lo scorge, dal balcone, Giulietta come la donna, sempre, in Shakespeare e nella vita, è ancora di più:

« I nostri nomi ci ostacolano, i Montecchi e i Capuleti sono famiglie nemiche. Romeo, il nome ci divide. Io da questo istante non sarò più Giulietta, io non ho più nome, per essere tua». Romeo è pari alla donna di cui si è innamorato: rinuncia subito al suo nome: « Da adesso non sarò mai più Romeo».

La segue, cancellano ognuno il proprio nome. Lei lo ha detto: «Ciò che chiamiamo rosa avrebbe lo stesso profumo anche senza il suo nome». È la più grande scena e poesia d’amore di sempre: l’amore è darsi all’altro, cancellando anche il proprio nome.