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Luigi Gonzaga. Rinunciò alle inutili armi per cercare ciò che conta

Matteo Liut domenica 21 giugno 2020
Ogni giorno combattiamo lotte inutili contro finti nemici, dietro ai quali si nascondono i nostri piccoli interessi personali. Ogni giorno perdiamo l’occasione per rinunciare alle “armi” e così rendere puri cuore e sguardo, aprendoci all’amore vero. Un’occasione che per san Luigi Gonzaga si realizzò quando lui, figlio del marchese Ferrante Gonzaga e destinato alla carriera militare, aveva solo 10 anni. Nato a Castiglione delle Stiviere nel 1568, era stato educato alle armi. Ancora fanciullo, però, sentì di volere altro e decise di seguire la via che porta a Dio attraverso l’umiltà e la castità. Nel 1580 ricevette la prima Comunione da Carlo Borromeo e nel 1585, rinunciando alla primogenitura partì per Roma. Due anni dopo era tra i Gesuiti, studente dedito e rigoroso. Quando la peste colpì Roma nel 1590 si dedicò ai malati, rimanendo contagiato e morendo l’anno seguente. Altri santi. San Mevenno, abate (VI sec.); san Giovanni Rigby, martire (1570–1600). Letture. Ger 20,10–13; Sal 68; Rm 5,12–15; Mt 10,26–33. Ambrosiano. Gen 2,4b–17; Sal 103 (104); Rm 5,12–17; Gv 3,16–21.