Ad infierire sul Grande fratello sembra di farlo per punto preso. Sgombriamo allora il campo dagli equivoci. Non è tanto il format, questo come altri, in discussione. Costringere delle persone alla convivenza forzata, vedere come reagiscono, magari con l'intento più che altro del gioco, può anche essere un'idea al limite dell'esperimento sociale. Anche L'isola dei famosi, come idea iniziale, con il suo spirito d'avventura, stava in piedi. Poi è diventata quello che è diventata toccando il fondo con i ben noti episodi delle ultime puntate di questa stagione. In fatto di idee, anche quella del Grande fratello si è ibridata fino a diventare un prodotto cucito addosso alla sua conduttrice, Barbara D'Urso, alla quale, sempre a scanso di equivoci, va ancora una volta riconosciuta grande professionalità (nel suo genere) e grande forza fisica e di volontà, tenendo conto che ormai va in diretta su Canale 5 tutti i pomeriggi dalla domenica al venerdì e in due lunghissime serate il lunedì con questa sedicesima edizione del Grande fratello e il mercoledì con Live - Non è la D'Urso. La prima puntata del GF16 è iniziata alle 21,40 ed è finita alle una e mezzo. Ed è proprio in quelle quattro ore che abbiamo assistito più che al format originale a quello dei panni sporchi da lavare in pubblico. Tra i partecipanti, di cui tralasciamo volentieri i nomi, c'è la sorella che non parla più con il fratello a causa della cognata, c'è la madre che nega di far veder la figlia al padre separato, ci sono donne tradite tanto che uno dei gesti più ripetuti della serata è quello della corna. Il resto sono presunti vip perché hanno bazzicato qualche altro programma televisivo oppure sono figli di coppie note. In pochi hanno una storia personale che valga la pena raccontare. A questo cast per meriti di gossip si aggiungono gli insulsi doppi sensi dei cosiddetti opinionisti con il solito macchiettistico Cristiano Malgioglio con tanto di kilt che offre alla D'Urso una serata a suon di dubbi se il cantautore abbia o meno le mutande e una Iva Zanicchi che a proposito di uno dei tanti palestrati tartarugati che affollano la “casa” si avventura in apprezzamenti con metafore zoologiche. È chiaro, allora, che il problema non è il format.