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Lo splendido presepe di Caresana, un tuffo nella Napoli del Settecento

Andrea Milanesi domenica 27 novembre 2011
L'atmosfera e i colori sono quelli tipici dei grandi presepi della Napoli barocca, in cui le maschere della commedia dell'arte fanno capolino dietro ai personaggi "ufficiali" dei testi evangelici; solo che invece di splendide statuine in terracotta, legno o cartapesta meravigliosamente pitturate e addobbate, ci sono le musiche e i canti natalizi, altrettanto variopinti e carichi di fascino, di un illustre compositore come Cristofaro Caresana (1640 ca.-1709). È d'altronde questo l'ambito da sempre prediletto dal direttore e studioso Antonio Florio, che alla testa del suo ensemble dei Turchini, da oltre vent'anni si dedica alla riscoperta e all'esecuzione del repertorio sacro e profano di autori attivi nella città partenopea tra il XVI e il XVIII secolo, andando a scoprire tesori nascosti di grande valore e suggestione.
Nel bellissimo disco intitolato L'Adoratione de' Maggi (pubblicato da Glossa e distribuito da New Communication) la scelta è ricaduta su una selezione di «Cantate per la nascita di Nostro Signore» a più voci e strumenti, che ripropongono i tratti distintivi della più alta scuola musicale nata e cresciuta all'ombra del Vesuvio. Veneziano di nascita, a Napoli Caresana lavorò infatti presso la Congregazione dell'Oratorio di San Filippo Neri dei Girolamini, insegnò nel Conservatorio di Sant'Onofrio (una delle quattro principali istituzioni musicali della città) per poi ricoprire la prestigiosa carica di maestro al Tesoro di San Gennaro.
Le sue pagine natalizie portano sul palco ideale di questo "teatro dello spirito" alcune scenette, a tratti quasi caricaturali, in cui pastori e zampognari trovano posto al fianco della Sacra Famiglia e dei Re Magi, ma dove c'è anche spazio per le figure allegoriche di angeli, demoni e per il tema dell'eterna lotta tra il bene e il male; in un clima di festa generale, i ritmi, il vigore e la vitalità che stanno al cuore del patrimonio della tradizione popolare napoletana raggiungono la forma più elevata di espressione artistica, e capolavori in miniatura come la commovente ninna-nanna nella Veglia, il coro-bucolico della seconda cantata o il terzetto dei Magi nell'Adoratione rappresentano l'invito migliore a chi le ascolta per avvicinarsi al mistero dell'avvento del Salvatore.