Lo scandalo di un Dio che incontra l’umanità entrando nella storia, facendosi uomo, provando l’esperienza della morte per vincerla: è così incredibile questo concetto fondamentale del cristianesimo da aver provocato nei secoli non poche dispute e confronti, a tratti anche aspri. Ci furono però anche antichi padri che fecero proprio questo “scandalo” del cristianesimo e lo difesero, lavorando allo stesso tempo per l’unità della Chiesa. Tra questi va di sicuro ricordato san Cirillo di Alessandria, vero e proprio apostolo dell’ortodossia, araldo di una fede affidata all’intero popolo di Dio in tutta la sua complessità. Nato tra il 370 e il 380, nipote di Teofilo, vescovo di Alessandria, nel 403 era a Costantinopoli al seguito dello zio, che prese parte al Sinodo detto «della Quercia». Nel 412 fu il successore dello stesso parente alla guida della Chiesa di Alessandria, comunità che guidò poi fino alla propria morte, avvenuta nel 444. Il confronto teologico vide Cirillo (difensore anche del titolo mariano di “Madre di Dio”) contrapposto soprattutto a Nestorio, la cui dottrina, basata sulla divisione tra le due nature di Cristo e sull’attribuzione a Maria del semplice titolo di “Madre dell’uomo”, fu condannata dal Concilio di Efeso del 431. Papa Leone XIII nel 1882 proclamò san Cirillo di Alessandria dottore della Chiesa.
Altri santi. San Sansone, sacerdote (VI sec.); sant’Arialdo di Milano, diacono e martire (XI sec.).
Letture. Romano. 2Re 24,8-17; Sal 78; Mt 7,21-29.
Ambrosiano. Dt 31,1-12; Sal 134 (135); Lc 8,22-25.
Bizantino. 1Cor 3,18-23; Mt 13,36-43.
t.me/santoavvenire
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