Lo sbrindellone che ha salvato l'Italia
E chi lo conosceva, Levan? Nel mercato permanente c'è appena spazio per l'usato sicuro, quei pedatori ormai logorati da decine di partite ma famosi. Gli altri, metà bufale, metà mediocri e qualche raro Levan che ci vuole giusto un Gigi Cagni per portarlo alla ribalta. Per Toppmoeller,
il tecnico della Georgia, la scommessa sui giovani è ragione di vita: in porta Giorgi Makaridze, 17 anni, che ha fatto miracoli,
e con lui l'altro Levan, Kenia, 17 anni, centrocampista, e una fila di Under 19 perché lui è responsabile anche delle rappresentative giovanili, un vero talent scout. Non mi lascerò tentare da rischiose iperboli per raccontare Levan, ho infatti già detto e scritto che la Scozia non è storicamente irresistibile e il suo momento più alto lo ha raggiunto quando il Celtic vinse nel '67 la finale di Coppa Campioni con l'Inter del Mago Herrera; io l'ho amata per la sua generosità spettacolare, per la classe dei suoi campioni (oh, Dalglish)
ma poi succede che sul più bello... Stop.
L'Italia dove ancora passare dall'Hampden Park, e a casa loro si esaltano come se la Scozia fosse l'unico mondo che conta. Mi piace e terrò cara la favola di Tbilisi, di quei ragazzi in maglia rossa che mi hanno ricordato i ragazzi della Via Pal. Gli eroi di Molnar fanno cent'anni in questi giorni, il protagonista dell'anima è Nemecsek che va a morire, ma l'eroe è Franco Ats, l'antagonista che gli dà involontariamente la morte. Colpiscono, di Franco, la sua altezza, la forza, l'intelligenza e il carisma. Figurina di Levan. Sarebbe stato un bomber, ma Molnar non aveva il calcio nella penna. Direte: che c'entra Tbilisi con Budapest? Be', intanto è lo spirito di squadra che mi ha fatto ripensare alla via Pal (ci sono stato: che delusione) e anche la città: da una immensa balconata ci si affaccia su Tbilisi " come da Buda su Pest " scoprendone la singolare mescolanza di stili, l'asiatico e il mitteleuropeo, e i tetti piatti, le palazzine dal tono dimesso, come consumate dal tempo, il tutto traversato da un fiume azzurro/grigio, il Mtkvari, che sta nel panorama come il Danubio blu. Piacerebbe, questo ricordo, al mio poeta perduto che mi insegnava a leggere Shota Rastaveli e "Il cavaliere con la pelle di pantera" che è la loro Divina Commedia. «Siamo parenti, noi e voi " mi diceva entusiasta " a Comacchio parlano il georgiano». Ma è la favola del pallone, che affascina, la favola che rinasce in uno stadio che visto dal balcone è un occhio verde sullo sfondo grigiastro, e la Scozia vi si perde. E rinasce il mito del campioncino che potrà farsi grande o perdersi ma intanto dà sapore a un calcio soffocato
dal business. Parola di uno che ha visto nascere Rivera e Maradona. Intanto, caro poeta perduto, siamo davvero parenti: a Empoli si parla georgiano.