Secondo Gianni Baget Bozzo (Il Giornale, 18), le manifestazioni di «pacifismo assoluto» della settimana scorsa, dimostrano «la dimissione di una parte rilevante dei popoli europei dalla politica». Si direbbe, piuttosto, che essi sono scesi in campo in piazza per farla. Lui, invece, ne ricava una strana lezione di democrazia: «I governi non potranno seguire i loro popoli». E aggiunge: «Corrotto dal suo lassismo morale», l'Occidente ha «distrutto la capacità di credere in Dio». Lo stesso hanno fatto «la Chiesa cattolica e le grandi Chiese protestanti», giacché «dal vertice alla base», «hanno legittimato il pacifismo assoluto» e «hanno rimosso il Dio biblico dell'ira e hanno ridotto il Vangelo all'amore del prossimo». Strana lectio della Scrittura, in cui lui trova solo «la legge naturale e il compito dello Stato, "che porta la spada" (San Paolo)», ma che «sono caduti in oblio», così come «la Tradizione cristiana, che non ha mai censurato la guerra». Mai? Almeno dalle beatitudini ai primi martiri dei romani e ai Padri (Clemente Alessandrino, Origene, Tertulliano, Cipriano, Arnobio, Lattanzio...) la condanna della guerra è totale. E poi la Pacem in Terris, il Concilio... Predicava meglio, nel sec. XI, Pietro l'Eremita.
IL CONSERVATORE
Una proposta di legge progetta «l'evoluzionismo fuori dalle scuole» e quel conservatore di Corrado Augias risponde, su La Repubblica (venerdì 21): è «l'ultima follia [...] Oggi nemmeno più la Chiesa cattolica ritiene l'evoluzionismo contrario al suo insegnamento e persino un giornale conservatore come "L'Avvenire" ha ricordato che non esiste contrapposizione». Meno che «conservatore» e la «L» di Avvenire, è tutto vero, ma Augias descrive «gli oppositori» come «una sottospecie di "homo (in)sapiens" singolarmente immune almeno dall'evoluzione culturale [...] Potremmo dedurne che si tratta di una specie inadatta alla sopravvivenza, quindi destinata a scomparire anche se ci vorrà qualche millennio e nessuno di noi sarà li a vedere come sono andati a finire».
Le cose, ovviamente, non stanno così rozzamente, ma nemmeno Augias era lì a vedere se, qualche millennio fa, i suoi avi erano scimmie, come lui pensa. Ecco perché gli ho restituito la qualifica di «conservatore». Perché dei suoi avi lui conserva, oltre al ricordo, anche il modo di ragionare.
SALTI DI QUALITÀ
Già una volta a una sedicenne incerta se fare o no un aborto Massimo Gramellini, su La Stampa, aveva consigliato di «affrontarlo subito senza rimozioni [...] per compiere un salto di qualità. Alla fine sarai migliore». Adesso si ripete (mercoledì 19) con una bambina di 9 anni violentata in Nicaragua da un ubriaco: sarebbe «un po' di luce per lei». Purtroppo il suo «nemico» è il vescovo Miguel Obando y Bravo, che avrebbe voluto salvare entrambe le creature: la bambina e quel piccino che era pur sempre carne della sua carne. Se la violenza subita «l'ha già fatta diventare troppo grande», quella che le hanno fatto compiere con «la luce» di un aborto la farà diventare «migliore»?