Dopo aver proclamato il «diritto di morire» ("diritto" subito raccolto da Stefano Rodotà che lo ha inserito nella sua filosofia del «diritto di avere diritti»), il prof. Umberto Veronesi ha lanciato su L’Espresso un «appello» per il «diritto» anche alla «marijuana libera». Tra i molti, ormai, «diritti civili» e nel nome del «principio di autodeterminazione», si può inserire ogni desiderio. Così Rodotà, emerito di Diritto Civile, ha scritto un libro su questi «diritti civili» (che però sono altra cosa da quello con le maiuscole). Per la marijuana Veronesi ha così motivato: «Il proibizionismo ha fallito, ma nel mondo cresce la voglia di liberalizzazione». Non di diritti, dunque, si tratta ma di voglie causa di crisi pericolose. Infatti, scrive, «metà dei giovani ne fa uso» e così «la mafia fa affari». No, perché la liberalizzazione della droga sarebbe la sconfitta della società. I due professori, infatti, canterebbero vittoria, ma tra i fumi dell’"erba" di cui si nutrirebbe una gioventù sempre più annebbiata e annichilita. E si dovrebbe dire che, in definitiva, a rifornire di droghe il mercato la mafia aveva ragione. FERRAGOSTO O ASSUNZIONE? Ferragosto o Assunzione? La quasi totalità dei quotidiani ha scelto la seconda opzione. Il Corriere della Sera lo ha fatto in chiave prima meteorologica e poi nostalgica: «Ferragosto: al mare, in montagna o in città. Manuale di sopravvivenza per la festa d’estate (tempo permettendo)» (giovedì 14). E «Ferragosto: mare o montagna, pranzi in famiglia o autostop. Quando il 15 era una festa per tutti gli Italiani». Così, però, il Corriere ha del tutto ignorato la vera festa, quella che appartiene soprattutto ai cristiani, ma che fa anche parte del patrimonio culturale del Paese e si è lasciato battere in sensibilità da Il Fatto Quotidiano che, invece, ha celebrato «il Ferragosto degli Italiani che hanno perso tutto: alle 9 del mattino a piazza Mastai, nel cuore di Trastevere a Roma, c’è già una lunga fila davanti al banchetto dei volontari della "Ronda della Solidarietà", che distribuiscono la colazione. Nessun barbone, solo persone comuni che non possono permettersi un caffè e una fetta di pane e marmellat a. Si sente qualche accento straniero, ma nel vociare spicca quello romanesco...». La Ronda è un ’associazione di volontariato laica, aconfessionale e apartitica, fondata a Firenze nel 1993 e attiva in una sessantina di città italiane e in due straniere. La Chiesa ufficiale forse non c’entra, ma l’amore del prossimo, che è già un po’ Chiesa, sì. Diceva san Giovanni della Croce: «Saremo giudicati sull’amore». QUELLE TRISTI EREDITÀ Giovedì 22 cadeva l’anniversario della morte di Palmiro Togliatti (1964). In vita lo chiamavano "il Migliore", da morto e dopo 50 anni il Migliore è sembrato uno dei tanti dirigenti del Pci. Alla cerimonia nel reparto "Membri del Direttivo del Partito" del cimitero Verano a Roma nessun ex pezzo grosso e celebrazione in tono ridotto. A riscattarlo non è servito nemmeno aggiungere la commemorazione dei 77 anni dalla morte di Gramsci. Il manifesto , che in testata porta evidente la qualifica di «quotidiano comunista», ha definito «irrisolta» l’eredità politica del Migliore (giovedì 21), mentre due giorni prima aveva dedicato un lungo ricordo delle numerose «passioni nascoste» e degli «amori irregolari nel Pci», compreso il «rapporto dell’allora segretario del Pci con Nilde Iotti» (previo abbandono della moglie Rita Montagnana). Tristi eredità di un Pci anch’esso sepolto. Persino l’Unità, «quotidiano fondato da Antonio Gramsci», è morta o, come era scritto sulla sua ultima prima pagina, «è stata uccisa». Almeno per il momento.