In giorni di gravi rigurgiti di razzismo e di fascismo di ritorno, in mezzo a una campagna elettorale dai toni quanto mai accesi ed estremizzati, dedicare questa rubrica alla notizia che il Poligrafico dello Stato è finalmente riuscito a completare un annoso progetto, quello cioè di inserire nella propria banca dati on-line tutti gli atti normativi, pubblicati nella Gazzetta ufficiale dal 1861 a oggi, può sembrare ingenuo o evasivo. Invece si tratta di una notizia di grande importanza per l'intero Paese e per ciascuno di noi, poiché rimediare al caos normativo è la premessa per affrontare meglio tutte le altre questioni. Una notizia doppiamente buona, perché tale completamento, oltre che perseguito con determinazione dalle istituzioni pubbliche interessate, è stato favorito dall'impegno profuso da un gruppo di 50 giovani neo-laureati, assunti dal Poligrafico con contratto a tempo determinato, cui spetterà anche di curare la manutenzione della banca-dati e il suo perfezionamento, costituendo un punto di riferimento a livello europeo: a conferma che, se vogliamo, sappiamo fare "sistema Paese". Certo la conoscenza, facilmente accessibile, delle vicende di un atto normativo (sapere cioè non soltanto quali siano, su un certo argomento, le disposizioni normative vigenti, ma ricostruirne il ciclo di vita, sovente accidentato a causa delle modifiche che esse hanno subito nel tempo: la cosiddetta "multivigenza") è una condizione necessaria, ma di per sé non sufficiente ad assicurarci una sicura navigazione nel mare magnum della legislazione: la banca dati del Poligrafico ci permette di ricostruire le modifiche esplicite, non quelle tacite, e comunque la navigazione stessa sarà più agevole nella misura in cui si ridurranno le dimensioni quantitative e migliorerà la qualità della legislazione. Da qui i tanti commenti sulle responsabilità ora della politica, cioè di Parlamento e Governo, che sfornano norme a ripetizione, ora della magistratura, che fatica a interpretarle con certezza e prevedibilità. Una buona strategia sarebbe quella, come nel caso appena visto del Poligrafico, di una ancora più intensa collaborazione tra tutte le istituzioni interessate. Non è neppure mancato, in questi giorni, chi, a proposito del contenzioso sorto sulla nozione di "pane fresco" (argomento inevitabilmente caro a questa rubrica...), per via di norme regionali non allineate con emanande norme statali, ha tirato in ballo il Titolo V della Costituzione, reo di consentire tali differenziazioni. Sarebbe auspicabile maggiore prudenza: a determinare interventi regionali non coordinati è stato infatti il prolungato ritardo a livello statale, dovuto alle difficoltà di portare a sintesi i diversi e contrapposti interessi economici in campo.