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Paolino di Nola. Legato alla sua comunità anche nelle sofferenze

Matteo Liut giovedì 22 giugno 2017
L'amore profondo di Nola per il "suo" san Paolino ha un motivo ben radicato: questo antico vescovo della comunità campana, infatti, non fu solo un pastore ma donò tutto quello che aveva per salvare i nolani. Nato a Bordeaux nel 355 era figlio di una famiglia patrizia; battezzato a 25 anni, a Barcellona conobbe sua moglie, ma dopo la morte prematura del loro figlio, entrambi si dedicarono alla vita monastica. Ordinato prete e stabilitosi in Campania, fu nominato vescovo di Nola nel 409 per acclamazione. L'anno dopo i Visigoti devastarono la città e la leggenda vuole che anche il vescovo condivise la sorte dei prigionieri, donando però tutti i propri averi per il riscatto dei nolani. Per ricordare il suo ritorno, Nola celebra ogni anno la Festa dei gigli. Morì nel 431 lasciando numerosi scritti, tra i quali molte lettere.
Altri santi. San Giovanni Fisher, vescovo e martire (1469-1535); san Tommaso Moro, martire (1478-1535). Letture. 2Cor 11,1-11; Sal 110; Mt 6,7-15. Ambrosiano. Es 13,3a.11-16; Sal 113B; Lc 5,36-38.