Le vere relazioni nascono senza fantasmi materni
colei che accoglie tutti i bisogni e dà loro una risposta; la madre è colei che sa mettere il figlio prima di se stessa e dare con generosità senza pretendere in cambio. Ma il rapporto con la madre ha un'altra caratteristica: come diceva lo psicoanalista Franco Fornari, il potere del bambino sulla madre si fonda sulla sua stessa incapacità: «Quanto più il bambino è inetto e bisognoso, tanto più è potente presso il cuore della madre... La potenza del bambino presso il cuore della madre si fonda pertanto sulla sua impotenza». Non solo dunque la relazione è fortemente asimmetrica, ma è fondata sul bisogno; non è una relazione di scambio, ma di appropriazione: qualcuno prende (il bambino) e qualcuno dà (la madre), e il prendere unilaterale del bambino è implicitamente legittimato dalla disponibilità a dare della madre. Dal punto di vista dello sviluppo, questo configura una modalità affettiva che possiamo definire di tipo narcisistico: in questa modalità, la persona è concentrata solo su di sé, percepisce i suoi bisogni come diritti e mette al primo posto la loro soddisfazione. L'altro è, a tutti gli effetti, solo un oggetto che ha il compito di soddisfare il proprio desiderio, e il suo valore non è un "valore in sé", ma solo un "valore per me", che si esaurisce se e quando l'oggetto non è più in grado di dare la soddisfazione attesa. In questa dimensione, anche il rapporto affettivo e sessuale si trasforma in un rapporto di fruizione, nel quale ci si sente in diritto di prendere dall'altro ciò che serve e finché serve, senza sentirsi tenuti a dare. In questo caso, anche se fanno l'amore, le persone si trovano sul piano di un'affettività pregenitale: un livello infantile dominato dall'appropriazione. Un livello nel quale il rapporto può essere piacevole, ma non riesce ad essere generativo e si esaurisce fino a consumarsi. Perché il rapporto diventi generativo, l'uomo deve imparare a guardare alla donna in modo diverso, scoprendo in lei l'assoluta parità di valore e insieme la differenza che può arricchirlo: deve scoprire la dimensione genitale dello scambio, che richiede riconoscersi l'un l'altro come portatori di doni differenti e preziosi. Con questo sguardo nuovo, l'uomo potrà vedere nella donna che ama non il prolungamento di un fantasma materno, ma piuttosto la compagna che può accogliere il suo dono maschile e aprirsi, se lo vuole, anche alla possibilità di diventare madre.