A volte bisogna ringraziarli, gli artisti: perché tutti abbiamo avuto una nonna (o un nonno) che ha segnato i nostri giorni più belli, quelli bambini. Delle mamme si è cantato tanto. Ma di loro? Possono bastare un pianoforte, una musica dolce, una bella voce. E anche se si parte dicendo di anziane lavandaie pavesi, subito in quelle donne si specchiano le nonne di chiunque: da Trento a Messina, dalla Sardegna alla Calabria, da ieri a domani. Le nonne coi loro ricordi, gli insegnamenti, le paure, la tenerezza, la fede. «…Stanno sedute sopra le panchine, le vecchie lavandaie del borgo, e all'ombra di una pianta sempreverde guardano passare la gente… Il traffico è quel mostro strano, la vecchia col suo rosario in mano sorride, poi torna a pregare piano… Sedute al sole sopra le panchine, le vecchie tornano bambine… Fra le case e i motorini, nei negozi sempre pieni, i ricordi della vecchia sono farfalle bianche in volo… Fra le rive del Ticino, sulle foglie del giardino, i ricordi della vecchia sono… Farfalle bianche, in volo». Eh sì, bisogna proprio ringraziarlo, Drupi, per aver scritto e interpretato Le vecchie: canzone che con poche semplici parole ci fa rivivere la dolcezza dello sguardo incantato, e mai dimenticato, di nonna.