I giorni del triduo pasquale che stiamo vivendo portano sempre il dramma dell'uomo moderno, che vorrebbe non vivere il venerdì santo: un giorno di lavoro come tanti, dove tuttavia ancora molti simboli parlano della contraddizione di chi senza una ragione mette in croce il suo salvatore. E qui, volendo, rieccheggia la domanda di quante volte oggigiorno si fa la medesima operazione, nel proprio piccolo, a cominciare dal tentativo di dimenticare.Non c'è via d'uscita: la Pasqua obbliga a domandarsi il senso del vivere. E se si può disertare una chiesa, una Via Crucis, una Messa, non ci si può non accorgere dei segni, molto spesso legati a un prodotto da mangiare, che evocano la Pasqua.Il principale rimane l'uovo, che fin dal Medioevo era dato in dono. Simboleggia rinascita, ma anche perfezione. E avendo una somiglianza col sasso, elemento che si presenta privo di vita, ricorda il sepolcro di pietra nel quale era stato sepolto Gesù. Ma l'uovo, a differenza del sasso, ha dentro una nuova vita pronta a sbocciare.La diffusione dell'uovo come regalo pasquale sorse probabilmente in Germania, e già nel Medioevo prese via la creazione di uova artificiali rivestite di materiali preziosi (argento, platino e oro). Edoardo I, re d'Inghilterra dal 1272 al 1307, commissionò la creazione di circa 450 uova rivestite d'oro da donare per la Pasqua.Nel 1883, l'orafo Peter Carl Fabergé ricevette dallo zar il compito di preparare un dono speciale per la zarina: un uovo di platino smaltato di bianco contenente un ulteriore uovo, creato in oro, il quale conteneva a sua volta due doni: una riproduzione della corona imperiale ed un pulcino d'oro. Da qui la tradizione del dono interno all'uovo, fino al successo dell'ultimo secolo dell'uovo di cioccolato. Ma in molti luoghi all'uovo di cioccolato viene ancora anteposto l'uovo di gallina, cucinato sodo, come risposta alla diffusione delle uova commerciali, giudicate dagli ortodossi una strumentalizzazione consumistica della Pasqua. In Italia si rifanno all'uovo una serie di ricette che hanno diretta correlazione con la Pasqua.Il Casatiello napoletano, ad esempio, è una torta salata riconoscibile per le uova intere collocate nella parte superiore; la Torta Pasqualina ligure è una combinazione di bietole, uova, formaggio e maggiorana, racchiusa tra 33 sottili sfoglie di pasta, tanti quanti gli anni del Cristo.La pinza Pasquale è una tipica ricetta contadina triestina, dolce per la colazione della mattina di Pasqua. E poi ancora i cuculi, che sono i biscotti della tradizione calabrese, la schiacciata pasquale toscana, dal sapore dato dai semi di anice e la Pizza al formaggio della tradizione umbra. Con la colomba, dolce lievitato fra i più diffusi, la Pasqua, volenti o nolenti, non passa inosservata. Ed è bello sapere il significato che ha.